lunedì 1 agosto 2022

La via Francigena del sud (prima parte)




Prima parte: La Via Francigena del Sud da Roma a Foggia e poi fino a Santa Maria di Leuca Km 352







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16 aprile 2022 ore 9.30 Trasferimento Torino-Roma 


Partiamo in auto alla volta di Roma anzi, esattamente ci fermiamo a Ladispoli dove abbiamo già prenotato per la sera. La scelta di Ladispoli viene perchè a Roma non abbiamo idea di dove poter lasciare la macchina per una settimana senza incorrere in multe o pagamento di parcheggi, inoltre il treno che da Ladispoli porta a Roma è veramente comodo.
Il punto ideale di partenza della via Francigena del sud è piazza S. Pietro in Vaticano, anche se domani è la domenica di Pasqua e ci saranno moltissime persone.
Arrivati a Ladispoli andiamo alla stazione ferroviaria per conoscere l' orario dei treni per S.Pietro e per vedere se esiste un parcheggio gratuito vicino alla stazione per lasciare la macchina i prossimi giorni.
Dobbiamo anche cercare un buon posto per la cena ed infatti dopo una bella passeggiata a piedi di circa 8 km troviamo un pò fuori dal centro "La trattoria del pescatore" dove ci siamo trovati molto bene. Dopo la cena andiamo direttamente a dormire.


17 aprile 2022 ore 9.30
 
Dormito male, la camera era molto bella e pulita ma il vento che si è alzato durante la notte a disturbato il nostro sonno. Alle ore 7 eravamo già svegli e dovevamo capire se fosse o meno il caso di partire oppure se era meglio rimandare la partenza anche se in effetti le previsioni davano vento a circa 30 km orari per tre giorni. Nel frattempo facciamo colazione e alla fine proprio all' ultimo secondo, decidiamo di partire ugualmente anche perchè avevamo già prenotato la camera per la sera. Purtroppo è sempre un punto critico quello della prenotazione, perchè se da una parte ti assicuri un posto per dormire, dall' altra se ti capita un imprevisto o le condizioni meteo fossero avverse non potresti arrivare per tempo. Dunque carichiamo tutto in macchina e di rechiamo velocemente nel parcheggio attiguo alla stazione ferroviaria di Ladispoli-Cerveteri, dove parcheggiamo la macchina, prepariamo le nostre biciclette ed alle  8.26 siamo sul treno con le nostre FFP2 sul viso.
Scendiamo alla stazione di S. Pietro a Roma, dove, un ragazzo brasiliano vedendo le conchiglie pendere dalle nostre borse, ci ferma per parlare della cammino di Santiago. Lui lo ha fatto alcuni anni fa ed ora assieme ad altri lo vorrebbe ripercorre con la monoruota elettrica e stanno aspettando la risposta dallo sponsor che dovrà fornire i mezzi.
Arriviamo quindi in San Pietro dove le transenne e la polizia non ci fanno avvicinare con le biciclette. Paola rimane fuori ed io entro perchè vorrei arrivare all' ufficio pellegrinaggi per far apporre il timbro di partenza sulla credenziale. Purtroppo oggi è Pasqua e l' ufficio è chiuso. Pazienza, decidiamo di aspettare l' inizio della messa del Papa che avverrà alle ore 10.00.
Non si sa bene per quale motivo, ma alle 10.45 ancora non è iniziata e dunque dobbiamo partire.

Roma - Artena km 63 

dislivello complessivo 1.130 m    





Pedalando per Roma il vento non si percepisce e considerata la giornata è proprio piacevole. Per un tratto costeggiamo il Tevere, poi superata l' Isola Tiberina giriamo a sinistra sul ponte per arrivare al Circo Massimo. Attraversato il Circo entriamo nel parco di Porta Capena un po' perchè inizia a fare caldo un po' perchè dobbiamo riempire nel nostre borracce alla fontanella. Massimo, che sta correndo, si ferma e ci dice che questa è la fontanella più buona di tutta Roma, anche in agosto l' acqua è freschissima perchè viene ancora dall' antico acquedotto romano situato in profondità e quasi mi sgrida quando vede che la assaggio dalla borraccia..."è come il vino non si può bere nel bicchiere di plastica", mi dice in romanesco. Comunque Bruno è simpatico ed è di facile parola, parola che non gli viene più quando gli diciamo che stiamo andando a Foggia!




Superato l' incrocio successivo imbocchiamo via di Porta San Sebastiano e poi finalmente superate le mura di Aureliano inizia la via Appia Antica.

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Subito ci fermiamo a visitare la chiesa del Domine Quo Vadis che percorso la messa di Pasqua e dunque dopo un pò ci riavviamo.








In effetti pedalare sui ciottoli della via Appia Antica non è per
niente agevole in alcuni tratti sono ancora visibili i segni delle bighe e delle carrozze che percorrevano la via. 











La via è veramente bella con antiche costruzioni romane da tutte e due le parti. La pedalata è impossibile tanto è che ai bordi del selciato si è formato un sentiero che  tutti i ciclisti utilizzano




Sono circa 24 km di Via Appia Antica, tutta piatta, tutta dritta senza una  curva, si attraversano un paio di incroci ed infine dopo aver superato la  Torre di Pompeo Magno e l' aeroporto di Ciampino la strada si stringe e  diventa un sentiero con anche qualche decisa salita ma alla fine arriviamo   a Frattocchie. Sarebbe già ora di pranzo e dunque buttiamo un occhio per  vedere se incontriamo qualche posto carino per fermarci a mangiare.  Arrivati alla rotonda di Frattocchie ci sarebbe un chiosco che fa panini ma  tiriamo dritti nella speranza di trovare qualche cosa di meglio. Decidiamo quindi di arrivare fino a Marino Laziale. Purtroppo i ristoranti sono tutti completi e non ci danno da mangiare, i negozi sono tutti chiusi. Per fortuna ci sono gli extra comunitari che su via Colonna hanno un negozio di alimentari aperto. Entro con la mascherina, lo disturbo , sta pregando scalzo su un cartone, in ginocchio, anche lui ha la mascherina. Compero del pan carrè, (non c'è altro) del prosciutto e delle sottilette, mi chiede se voglio anche dei wurstel ma non sono interessato, una bottiglietta di Falanghina sfusa la prendo, è Pasqua ci mancherebbe!!! Pago ed esco. Appena fuori, la macchina dei carabinieri la trovo ferma davanti al negozio. Un appuntato scende ed entra nel negozio chiedendo il green pass e i documenti al marocchino. Aspettiamo un attimo prima di partire per fortuna il negoziante ha tutto in regola e dopo un pò di discussioni (aveva ragione lui) se ne vanno. Saliamo per via Colonna fino ad incontrare un piccolo giardino all' ombra con le panchine e ci fermiamo a mangiare.



Dopo un breve riposo ripartiamo perchè questa sera dobbiamo arrivare ad Artena. Dopo circa 5 km, mi accorgo di non avere più il telefono. Ho fatto la foto del cibo sulla panchina deve per forza essere rimasto lì. Torno indietro, è quasi tutta salita, ma alla fine lo trovo proprio dove lo avevo dimenticato. Nel frattempo, Grazia la proprietaria del B&B è in fermento, mi scrive un messaggio per dirmi di avvisarla un ora prima del nostro arrivo perchè così lei ha il tempo di farsi trovare presso la struttura, è ovvio è Pasqua anche per lei mica può stare tutto il giorno ad aspettare noi. Però purtroppo noi sappiamo quanti km mancano, ma non sappiamo quanto tempo impieghiamo a farli; in ogni caso mi avvisa che il check in dovrà essere entro le 20.00 perchè poi lei deve andare via. Subito dopo Marino infatti inizia uno sterrato in salita faticosissimo, in via dei Peschi, in alcuni tratti hanno tagliato le piante e lasciate (appositamente) sul sentiero per non fare passare infatti occorre sollevare le bici di peso  per scavalcare. La via Francigena a volte disturba!



Presa la via dei Principi in 8 km dobbiamo salire di circa 400 metri di dislivello ed a fine giornata si sentono. Inizia quindi la discesa, il tempo è trascorso veloce, arrivati presso un bivio dove c'è una caffetteria mi sono ricordato che la strada era interrotta e dunque occorreva girare a sinistra per andare a prendere la Tuscolana, sicuramente più trafficata ma senz' altro più veloce. Adesso si che posso dire a che ora arriveremo ad Artena... alle ore 19.00!!!



Artena è bellissima, è il più grande comune europeo non carrozzabile, cioè dove non è possibile attraversarlo in auto perchè è fatto di migliaia di scalini. Noi abbiamo prenotato presso un B&B che si chiama "Il Monaco" che non è di certo ai piedi del paese! Non siamo in grado di pedalare lungo la salita carrabile che ci porta alla piazzetta a causa della pendenza ma anche della stanchezza e dunque spingiamo le nostre bici, ma il più è fatto o quasi. Sentiamo da sopra una voce che dice:"Eccoli!!". E' il marito della Sig.ra Grazia, anche lui in attesa del nostro arrivo. E' una persona simpatica, anche lui ciclista. Non abbiamo fatto una bella figura ad arrivare così tardi ma sinceramente non ci è mai capitato di arrivare a fine tappa alle 7 di sera, ma purtroppo tra il telefono dimenticato, il problema al cambio che non funzionava, il percorso interrotto da alberi tagliati questo è.

Non è possibile portare su le bici con le borse, sono troppo pesanti e dunque le lasciamo nella piazzetta sotto la custodia del marito per andare a piedi, borse a spalla,  a metà paese circa. La Sig.ra Grazia ci accoglie come se avessimo vinto il giro d' Italia, troppo simpatica  ed efficiente nel suo lavoro. Dopo una giornata così sembrava di essere arrivati in paradiso, un posto molto accogliente, arredato con molto gusto. Ci mostra la camera, che ha una vista strepitosa sulla pianura. Il Relais del Monaco è un posto particolare da raggiungere ma, come tutte le cose difficili se ci riesci e poi meraviglioso! Recuperiamo anche le nostre biciclette che vengono ricoverate nell' ampia cucina. 



Purtroppo per la cena il paese, in quanto giorno di Pasqua non offre granché e con l' aiuto della signora troviamo un ristorante che ha la cucina chiusa ma che può servire aperitivi e taglieri di salumi. Ci dobbiamo "accontentare" del tagliere, ma che tagliere...! 


18 aprile 2022 ore 8.30

Materasso perfetto! Dormito alla grande, ci prepariamo per la nuova tappa, la giornata sembra perfetta per pedalare in tranquillità fino a Casamari dove abbiamo prenotato per la sera, dentro all' abazia.
La colazione si può definire epica!!! Il tavolo preparato per la colazione è spettacolare, non solo per i colori che contrastano ma la qualità della roba con dolci fatti in casa e dolci di pasticceria, una colomba al cioccolato che ha vinto il premio di vice campione del mondo, frutta in macedonia che io adoro soprattutto al mattino e la frutta secca che la Sig,ra Grazia ci aveva promesso in quanto ciclisti....un bonus non da poco! Io e Paola siamo convinti che sia il miglior posto in cui abbiamo dormito su tutta la via Francigena!


Artena-Casamari km 61

dislivello complessivo 639 m  




Dopo due parole con la simpatica Sig. Grazia partiamo con le nostre bici a mano scendendo gli scalini che ci separano dalla Piazza della Vittoria da dove possiamo risalire in sella per passare sotto l' Arco Borghese e giungere al tornante da dove parte la Via Francigena. La Sig.ra Grazia mi pare abbia detto che quella zona si chiama Villa, ma purtroppo ho sempre associato almeno al sud la parola Villa con il giardino pubblico ben curato della città, ma questo è un sentiero utilizzato anche come discarica. La discesa è abbastanza ripida e poco pulita ma alla fine si arriva su via Maddalena. Ancora noie al cambio e quindi ci fermiamo. Alla fine scopro che il deragliatore posteriore si è notevolmente piegato, lo raddrizzo e con un colpo di fortuna sembra funzionare a dovere. Risaliamo via Maddalena su asfalto fino a raggiungere  nei pressi di una casa un via, ci vuole coraggio anche a chiamarla via, che piena di sterpaglie, rovi e immondizia si raccorda con la statale Latina. 

Come si sa dopo Pasqua viene pasquetta e dunque non sarà facile trovare posto sia per mangiare che per fare un minimo di spesa. Arriviamo quindi a Colleferro ed il nostro navigatore sembra impazzito ci fa andare avanti ma poi ci fa tornare indietro, non si capisce dove ci vuole portare. Io preparando il viaggio mi ricordo che si sarebbe dovuto prendere la strada che si chiama Consolare Latina e così facciamo. Troviamo anche un supermercato aperto dove comperare del pane e del companatico per il nostro pranzo di pasquetta. La Consolare è abbastanza tranquilla come traffico e in poco tempo arriviamo presso l' ex abazia Rossilli da 

dove si può ammirare un bellissimo panorama su una valle verde. Per il resto però il paesaggio è un pò noioso, sia per i continui sali e e scendi sia per il panorama. Arriviamo comunque ad Anagni e proseguiamo per arrivare a Ferentino. 
Ormai è ora di mangiare qualcosa e dunque sulla salita di  Ferentino troviamo un posticino all' ombra di qualche pianta per mangiare il nostro panino e per prenderci qualche minuto di riposo al fresco.
Alla ripartenza, arriviamo in cima a Ferentino ed invece di prendere via San Rocco Montecchie come suggerito dalla nostra guida scendiamo dalla via Casilina Sud perchè in ogni caso percorre in bici il sentiero che conduce a Veroli è sconsigliato. Per sicurezza avevo montato delle camere d' aria del tipo auto riparanti e copertoni nuovi per non rischiare di forare, ma purtroppo anche stando su asfalto la posteriore si sgonfia.
  
 
Padre foresterario ci aveva chiesto per mail, che sarebbe stato meglio arrivare prima delle ore 18.00. Purtroppo però l' ultima parte prima di arrivare a Casamari è molto ripido con salite che ti tagliano le gambe, ma alla fine arriviamo giusti in tempo presso la bellissima Abazia gestita dai padri cistersensi. 

Accompagnati da un prete di colore, è stato lui a specificare che non era frate ma prete, siamo andati nella nostra camera lasciando le biciclette alla reception dell' abazia. Il prete ci dice che nel parcheggio fuori dall' abazia ce subito una trattoria e che al massimo alle ore 21.30 dobbiamo rientrare perchè la sicurezza avrebbe chiuso il cancello esterno. Dopo una meritata doccia calda andiamo a vedere questa trattoria nel parcheggio, ma purtroppo non è di nostro gusto e dunque ne scegliamo un altra oltre il ponte che però risulta chiusa. Ne esiste una terza che dista1,5 km dall' abazia e dunque ci incamminiamo a piedi. La pizza molto buona, ma il ritorno sulla strada statale a piedi nel buio con il telefono acceso per farci vedere dagli automobilisti che ci sfioravano a tutta velocità è stato un pò pericoloso ma alle 21,20 eravamo in camera.


19 aprile 2022 ore 8.00

La sveglia ci è stata data dei vicini rumorosi poco curanti del fatto di non essere i soli. Ci prepariamo e lasciamo la splendida abazia di Casamari e come testimonianza del nostro passaggio ci facciamo mettere il loro timbro sulla credenziale. Abbiamo riposato bene e siamo pronti per ripartire, naturalmente dopo la colazione nel baruccio del parcheggio antistante l' abazia. La cosa positiva è che abbiamo esaurito le prenotazioni fatte in anticipo così che da questa sera siamo liberi di fermarci dove vogliamo, naturalmente sempre sperando di trovare libera qualche ospitalità. La giornata è spettacolare nel senso che il cielo è azzurrissimo senza nuvole.



Casamari - Cassino km 61 
dislivello complessivo 630 m 





      


  
                  



Costeggiamo il muro di cinta dell' abazia ed alla prima stradina a destra svoltiamo, dopo di che prima di un ponticello che gira a destra, la stradina diventa un sentiero che gira a sinistra in un campo, sembra la via sbagliata ma in effetti è giusta. Dopo di che ritorna ad essere una strada sterrata. 
Avevamo programmato di arrivare a Mignano Montelungo cioè una tappa da 74 km, ma sarà moltodifficile. In compenso il panorama è molto bello e anche la strada piacevole da pedalare.

      


A Strangolagalli arriviamo così al mitico punto 113 della via Francigena del Sud,  cioè a casa di Cinelli.
Eravamo molto curiosi di conoscere Enzo Cinelli, un ex poliziotto/pellegrino che ha trasformato casa sua in una sorta di museo del pellegrino anche con l' aiuto di artisti scultori. Purtroppo lui non c'è ma incontriamo la figlia Lorena, che con altrettanta ospitalità ci accoglie e ci racconta delle vicissitudini del padre. Enzo non aveva trasformato  solo la sua casa ma la aveva anche attrezzata per ospitare pellegrini e viandanti che avessero voluto fermarsi a casa sua, inoltre era il vero custode di quel tratto di via Francigena perchè oltre alla costruzione di un paio di ponti sui torrenti che permettevano di evitare la via invernale più lunga di 4 km teneva la manutenzione di tutto il tratto. Ecco il suo sito se volete approfondire:

 

Lorena a malincuore ci spiega che purtroppo non sanno come fare per mantenere la manutenzione di quel tratto di via, hanno tutti un lavoro e dedicare del tempo libero è molto difficile, le facciamo i nostri migliori auguri.


                     




Salutiamo la simpatica ed accogliente Lorena e scendiamo lungo il sentiero che porta ad uno dei ponticelli costruiti dal Cinelli:

     


Dopo il ponte ci aspetta una ripida salita che facciamo a piedi nel bosco fino ad arrivare in cima da cui si gode un bellissimo panorama



   


Ora ci aspetta un pò di discesa fino a Ceprano. Non è previsto l' ingresso a Ceprano ma dobbiamo necessariamente comperare da mangiare e passare in farmacia.
Nella piazza centrale ci accoglie con una lunga intervista, sicuramente un assessore o comunque un componente del consiglio comunale che vuole sapere da dove arriviamo, dove andiamo, da dove siamo partiti questa mattina, lui è un camperista e gli piace molto l' idea di questi viaggi in bici. Ci suggerisce di fare la Camminata degli Dei sulla costiera amalfitana, 6 km andata e ritorno. Ci ripete due volte che se abbiamo necessità di qualsiasi cosa lui  è a disposizione, ed è un peccato che l' assessore alla cultura  se ne sia andata proprio adesso perchè altrimenti ci avrebbe fatto visitare il museo di Ceprano in cui si può constatate che qui si è trovato un teschio che testimonia la vita circa 800.000 anni fa, il cui nome è Argil!
Dunque noi cercavamo un supermercato per prenderci da mangiare e da bere per il pranzo!

Ripartiamo, dobbiamo ritornare indietro da dove siamo scesi e risaliamo da via Olivella proprio a fianco all' autostrada del Sole, dove per la prima volta rivedo dopo tanti anni una persona che raccoglie l' asparago selvatico, cosa che non mi era più capitato di vedere vicino a casa mia da anni perchè è letteralmente sparito! Cerchiamo di capire dove andare fino a che un ragazzo in macchina si ferma e ci chiede se avevamo bisogno di qualche indicazione. Lui ha una simpaticissima zia a Torino che periodicamente gli manda i tomini che lui trova buonissimi..e come dargli torto! 


Ci da l' indicazione giusta, certo che il caldo si fa sentire ed è meglio fermarci all' ombra per mangiare il nostro panino vicino ad una azienda di raccolta rifiuti. Improvvisamente il cielo si annerisce e minaccia pioggia, sono quasi le 14 e dunque ripartiamo. Nel frattempo abbiamo deciso di fermarci a Cassino ed abbiamo prenotato presso "La suite"

Tutto bene fino al guado del fiume Melfa unpò prima di Acquino. Il passaggio sembra tutto sommato semplice perchè circondato da pietre piatte, ma tra una pietra e l' altra l' acqua è abbastanza alta e la corrente anche abbastanza forte. Paola stranamente vuole passare per prima e vista la poca fiducia che ho nei sui confronti nel guadare i corsi d' acqua decido di scattare delle foto.


      

lei e le sue borse sono finite completamente in acqua!
Ora tocca a me e decido di prendere un altra via ma in sella alla bicicletta...il risultato è lo stesso le lastre scivolose di pietra mi fanno andare a mollo!
Bene ora siamo completamente bagnati compresa la guida, le chiavi della macchina, mentre i telefoni ed il Garmin sono salvi. Nelle borse nonostante ogni gruppo di vestiario sia all' interno di sacchetti di plastica gli indumenti di ricambio sono bagnati. 
La temperatura non  era calda prima, figuriamoci adesso che siamo completamente fradici, fa niente dobbiamo arrivare  a Cassino. Prima però dobbiamo passare da Acquino la città di San Tommaso


Un vecchio detto diceva  che :" Sei come S. Tommaso non ci credi se non metti il naso" e noi effettivamente ci abbiamo messo solo il naso ma ben di più nel fiume Melfa! Il cielo non promette niente di buono ma ormai siamo bagnati non ci può fregar di meno!


Non dobbiamo farci prendere dalla foga, occorre tenere d' occhio che ad un certo punto occorre scavalcare la ferrovia e l' unico passaggio è questo sottopasso che a stento riconosciamo perchè il sovrappasso successivo è chiuso per lavori. 

Una volta scavalcata la ferrovia e attraversata la Casilina Sud, si prende a sinistra una stradina secondaria che con brevi sali scendi ci porta a Cassino.



Ci fermiamo a bere una meritata birra che qui non si chiama piccola o media ma 0,20 o 0,50.
Ci rechiamo quindi all' indirizzo del Hotel?, B&B? o semplicemente affittacamere? La stanza è in un condominio, è molto elegante, spaziosa e pulitissima, si, potrebbe sembrare anche un posto dove appartarsi... ma va benissimo lo stesso! La signorina anche' essa elegante e curata ci illustra la camera e ci mostra dove lasciare le nostre bici, se vogliamo possiamo anche metterle in camera ci dice. Dobbiamo tirare fuori tutto dalle borse e asciugare con il phon tutto ciò che è bagnato (quasi tutto) e stendere, i termosifoni sono freddi ma per fortuna il condizionatore scalda abbondantemente.
Doccia bollente per scaldare le ossa che si sono raffreddate e poi andiamo alla ricerca di un ristorante per la cena. Non troviamo gran ché e ci fermiamo da "Pepe Nero", uno di quei ristoranti eleganti alla moda che io non adoro molto, ma comunque la cena era davvero buona. Inoltre in una sala c'è anche la TV dove trasmettono la semi finale di coppa Italia tra l' Inter ed il Milan e devo dire che battere il Milan è sempre motivo di grossa soddisfazione! Il proprietario è tutto tranne che simpatico e siccome sembrava che la nostra presenza desse fastidio, dopo aver pagato 81 euro ce ne siamo andati. Decisamente sproporzionato rispetto a cosa abbiamo mangiato. Non c'è solo Pepe nero dove vedere la  fine della partita. Infatti in centro città una allegra birreria con una decina di schermi risolve il problema. Ritornati in camera  finiamo di asciugare la roba con il condizionatore a palla ed il phon e poi andiamo finalmente a dormire non prima di aver rotto l' asse del water.



20 aprile 2022 ore 8.30

Dormito non bene, anzi malissimo. Il materasso è letteralmente sfondato ed ho passato tutta la notte a cercare di non cadere dal letto perchè l' inclinazione del materasso come si dice "buttava fuori"!!! Una buca al centro del materasso ci ha spezzato la schiena. Ci prepariamo e riempiamo le nostre borse, alcune cose sono ancora umide ma pazienza.
La colazione la facciamo in un bar che è convenzionato con la camera tramite una tesserina rilasciata dalla gentile proprietaria che ci ha anche dispensato il pagamento della rottura dell' asse del water, anzi ci ha ringraziato perchè la abbiamo avvisata. Complimenti! 
La colazione è un pò basica, caffè o cappuccino e cornetto.


Cassino - Presenzano km 34
dislivello complessivo 504 m


La ruota anteriore della bici di Paola è bucata, c' era da aspettarselo viste le condizioni del copertone ormai consumato, facciamo un pò di giri per cercare una officina di riparazione per bici e ci imbattiamo nella più bella sorpresa fin qui del nostro viaggio.
Cicli Binda vicino al centro di Cassino.

                           


Uno spettacolo! Il ciclista di una volta, adesso sono tutte gioiellerie che ti guardano dall' alto verso il basso con la puzza sotto il naso se hai ancora un 26 e non si trovano più i ricambi (sarà vero?)! Pino no.
Pino è di poche parole, ma fa i fatti. La sua officina è piena di biciclette da riparare, piena di ricambi di ogni genere, si forse disordinata ma al primo colpo trova subito il copertone per la bici di Paola. Ci facciamo cambiare il copertone con la camera d' aria nuova e ne prendiamo una di scorta, dopo di che mi controlla gli ingranaggi del deragliatore posteriore che avevo piegato il giorno prima e mi regola anche  il cambio che non funzionava bene, pulisce un pò gruppo pignone e lo lubrifica. Alla fine del lavoro senza mai dire una parola si lascia andare e ci chiede dove andavamo. Allora gli ho spiegato il nostro giro e lui quasi commosso mi dice che anche a lui piacerebbe partire in bicicletta e lasciarsi tutto alle spalle, un grande! 25 euro ben spesi! 
Il timbro per la nostra credenziale è impossibile da trovare e quindi dopo aver fatto un pò di spesa per il pranzo alle ore 11, partiamo. Ci lasciamo alle spalle Cassino con la sua bellissima abbazia.







La strada per uscire da Cassino non è delle meno ripide, in certi punti occorre spingere la bici, ma tutto sommato è piacevole sia per la temperatura che non è fredda ma anche per la tranquillità della strada che al momento appare asfaltata ed anche una bellissima fontana di acqua freschissima fa molto piacere.


Arriviamo alle pendici del Monte Lungo e si capisce perchè lo hanno chiamato così....
In una villetta un interessante arredo per giardino:




L' idea è di arrivare ad Alife, 60 km, ma purtroppo strada facendo scopriamo che non ce alcun posto per dormire e si ripresenta il solito problema, se prenoti poi devi cercare di arrivare in tempo, se non prenoti non trovi posto.
Andrea oltre ad Alife è impossibile perchè il posto successivo e Telese Terme che è troppo distante e dunque l' unica soluzione è quella di fermarsi prima. Presenzano in provincia di Caserta sembra il posto giusto, ma l' unica possibilità per dormire è chiusa ma almeno c'è la stazione ferroviaria.


L' edificio della stazione è assolutamente fatiscente, la biglietteria è chiusa da anni ma in compenso il sottopasso che porta al binario due è completamente pulito e illuminato veramente incredibile.
Aspettiamo il treno per andare a Telese Terme dove abbiamo trovato da dormire presso l' Hotel del Lago.

Nel frattempo visto qualche raggio di  sole  ne approfittiamo per asciugare il "bucato". 
Arriva così il treno e saliamo, cercando di capire dove sia la carrozza per le bici, ci siamo solo noi, puoi capire e saliamo alla prima porta aperta. Il solerte capo treno di giovane età ma con decisa fermezza ci avverte che il suo treno non è abilitato al  trasporto delle bici e che non potrebbe farci viaggiare. Ma a patto che spostassimo le bici in un altra carrozza avrebbe fatto una eccezione. 
Alla prima fermata del treno scendiamo e ci spostiamo dove voleva lui, ci avvisa anche che una volta arrivati a Caserta prima di salire sul treno per Benevento era meglio avvisare il suo collega. 
Arrivati alla stazione di Caserta ci spostiamo di binario per salire sul treno per Benevento. Anche questo treno non è predisposto per le bici, ma l' esperto capo treno con 38 anni di servizio sulle spalle passati su treni di qualsiasi tipo inclusi quelli del Trentino Alto Adige in cui i vagoni si riempivano di sole biciclette per noleggiarle ai turisti, non esita a farci salire. E' molto simpatico e si siede di fronte a noi a parlare un pò. Dice che ci invidia molto per questi nostri giri in bici perchè anche lui vorrebbe farli. Mezzo vagone ascolta il nostro chiacchiericcio in clusa una ragazza di di Telese che ci consiglia una pizzeria che a dire il vero risulta troppo lontana dall' hotel. Ci salutiamo cordialmente ad arrivati a Telese Terme scendiamo dal treno.
E' buio e in qualche modo dalla stazione andiamo verso il lago dove troviamo l' albergo. Le strade sono deserte ed un vento decisamente forte ci soffia contro.
Doccia veloce per paura di trovare chiuso il ristorante a fianco che si chiama "La rimessa".

21 aprile 2022 ore 8.00

Ieri sera al "La rimessa" le cose non sono andate benissimo, tante cose in comune con "Pepe Nero"; il prezzo di 81 euro, la simpatia (nulla), e la qualità (accettabile) ma che non giustifica la spesa.
L hotel del Lago invece è un hotel degli anni '70 rimasto originale negli anni, l' impressione è quella di un hotel costruito con cura in quegli anni dai genitori di coloro che lo gestiscono oggi e così è rimasto.
Comunque almeno il materasso era come si deve.





Telese Terme - Benevento km 33
dislivello complessivo 630 m


Partenza ore 9.00. Il sole è presente ma l' aria è ancora fresca tanto da dover mettere la giacca. Inoltre per il pomeriggio è prevista pioggia che durerà anche tutto domani. Questo è il motivo di questa tappa così corta.


Finalmente vediamo il lago di Telese perchè ieri sera era buio, devo dire un pò delusi dalle dimensioni, lo immaginavamo molto più grande.

In compenso però subito dopo attraversiamo dei bellissimi vigneti, ordinati e curati, un vero spettacolo!




Il tragitto è pianeggiante su strada secondaria asfaltata ed è un piacere pedalare fino allo storico ponte Maria Cristina di Borbone in regione Solopaca.
Il ponte detiene il record di essere il secondo ponte sospeso a catenaria d' Europa.



Superato il ponte, la strada inizia lentamente a salire con alternarsi di asfalto e sterrato fino ad arrivare a Mandarisi e poi Collepiano. Subito dopo, probabilmente distratti, evitiamo di girare a sinistra in prossimità di un auto lavaggio e proseguiamo in salita, non del tutto agevole, verso Torrecuso. Ci troviamo all' interno del parco regionale del Taburno Camposauro. A Paupisi ci fermiamo per chiedere informazioni a Salvatore, il macellaio del paese che conferma l errore. Pazienza, ne approfittiamo per bere un caffè e iniziamo la discesa e dopo un paio di chilometri giriamo a destra in discesa verso la super strada.
Si sentono le prime gocce di pioggia che iniziano a bagnare le lenti degli occhiali, il temporale sta arrivando da dietro. Il territorio è collinare, molto bello, ma alcune salite ci costringono a percorrerle a piedi considerata la pendenza della strada ma in ogni caso riusciamo ad entrare in Benevento dove per prima cosa si incontra la storica azienda Alberti produttrice del famigerato Liquore Strega, proprio di fronte alla stazione ferroviaria.

 



Ci dobbiamo portare nel centro della città perchè abbiamo prenotato un B & B proprio in via Garibaldi, la via principale di Benevento.
Si chiama 30 mt. dal Duomo, è una stanza al quinto piano di un anonimo palazzo. Dopo aver telefonato in alcuni minuti si presenta un incaricato che ci fa lasciare le bici nel vano scala e ci porta nel alloggio.
Piove decisamente, sono le 13.30 e decidiamo di andare a prendere la macchina che avevamo lasciato a Ladispoli, perchè domani vista la pioggia, avremmo voluto andare a visitare la Reggia di Caserta.
E così abbiam fatto!

22 aprile 2022 ore 9.00

Come previsto piove, e piove anche con forte intensità.
Visita alla Reggia di Caserta
Abbiamo deciso di prolungare il soggiorno ancora un notte nello stesso B&B

 23 aprile 2022 ore 8.00

Ecco il sole, giornata perfetta per ripartire.
Ieri sera dovendo trovare un ristorante per la cena ci siamo imbattuti nella "Locanda Scialapopolo".




Incuriositi non tanto dal nome, che di per se è già un programma, ma dalla scritta sotto:" La vera cucina povera....quella del popolo". Premesso che ogni ristoratore può presentare il proprio locale come meglio crede e sicuramente stufi di locali alla moda  con cibi e cuochi gourmet tutti abbastanza uguali e banali, siamo entrati per vedere di cosa si trattava. 
Il locale in linea con la scritta dell' insegna, è pulito e semplice così come si confà ad una locanda. Alfonso, maestro di sala per il suo modo affabile e professionale con cui riceve i clienti e per l accuratezza con cui descrive con orgoglio i piatti tipici e anche antichi beneventani confezionati da sua moglie chef Antonella, ci fa sedere al tavolo "tre di denari". 
Ormai non siamo più abituati ad essere ricevuti al ristorante con il cuore in mano come fanno Alfonso e Antonella e anche solo questo presupposto è un ottimo aperitivo. Ma poi il pranzo è anche meglio, con ricette fatte di tradizione, delle loro famiglie.
Io personalmente, così come abbiamo visto a Cassino per l' officina riparazione bici patrimonio dell' Unesco, anche per la Locanda Scialapopolo proporrei la stessa cosa.
Grazie Antonella e Alfonso!
Loro sanno che vogliamo andare a Foggia e siccome dobbiamo parcheggiare la macchina in un posto sicuro per qualche giorno, Alfonso sposta il suo furgone e mi cede il posto proprio a fianco al loro dehor!

 
Benevento - Casalbore km 30
dislivello complessivo 880 m

vedi mappa ed il percorso in 3D

Oggi dobbiamo arrivare in cima all' Appenino in località Casalbore. La giornata è bella. Facciamo colazione vicino al B&B. Proseguiamo poi in salita fino ad arrivare all' ufficio del turismo dove ci facciamo mettere un timbro del nostro passaggio a Benevento. Subito sotto l' arco Traiano che indica l' inizio della via Appia  Traiana. Il passaggio non è ben segnalato e dunque iniziamo una inutile salita che ci porta ad una enorme rotonda da cui poi torniamo indietro per poi arrivare al carcere di Benevento.




Ci sarebbe un passaggio che costeggia il carcere ma, il poliziotto non ci fa passare e dunque dobbiamo ritornare fare il giro, poco male. Percorsa per un centinaio di metri la via dei Dauni prendiamo a sinistra una via in discesa che poi diventa sterrata e che ci porta sul  ponte Valentino da dove si vedono due fiumi che si incontrano, il Calore ed il Tammaro ; ci sono due carabinieri un uomo ed una donna che guardano giù dal ponte. Io passo e li supero arrivando nella zona industriale di Benevento. Paola invece viene fermata dal carabiniere donna che le chiede dove sta andando. Paola risponde che sta percorrendo la via Francigena del sud e lei, più che altro curiosa e preoccupata le chiede se porta i cambi di vestiti nelle borse.. Paola risponde:" Si certo!" e lei:" ma anche la biancheria intima?"..boh...!
Superata la zona industriale la strada inizia a salire su strada sterrata fino ad un bivio

                                  



che a destra la strada passa sotto Paduli:

 



Il panorama è veramente bello con tutte queste colline verdeggianti.
Facciamo spesa in  un supermercato ed arrivati all' incrocio con la strada che porta alla contrada Montecapriano, dove inizia un bel sterrato ci fermiamo a mangiare.


L' aria è freddina , il cielo è coperto minaccia pioggia ed il vento ci accompagna ma laterale. Si continua in salita su sterrato ma alcuni del posto ci sconsigliano di proseguire perchè ha piovuto ed è pieno di fango, inoltre l' erba è molto alta perchè nessuno è andato a tagliarla. Siamo così costretti a proseguire su strada asfaltata vino ad arrivare a Buonalbergo. Mi accorgo così di aver perduto il mio pesciolino rosso, simbolo della via Francigena del sud, spero lo trovi qualche pellegrino da qualche parte.



Abbastanza faticoso, ma non è finita, si prende a sinistra sempre in salita ancora per un paio di chilometri per arrivare al cimitero e poi alla piazza di Casalbore. e poi spiana un pò, Ultimo sforzo per arrivare alla masseria S. Elia dove abbiamo prenotato, l ultimo tratto da fare a piedi.
In compenso la masseria è in una posizione straordinaria, dominate la valle del Misciano. Lucia e Giuseppe ci stanno aspettando.




La masseria è molto bella in pietra e legno. Lucia ci prepara subito un buon caffè e poi ci porta nella nostra camera. E' molto particolare, perchè una delle pareti non ha il muro ma una roccia viva su cui è stata costruita la casa. Devo anche dire che nonostante i termosifoni a palla fa parecchio freddo in camera forse anche per l' elevata umidità. Facciamo una doccia calda e poi stanchi per la pedalata e infreddoliti ci mettiamo nel letto. Prima però cerco nell' armadio qualsiasi cosa ci possa scaldare. Infatti un paio di coperte aggiuntive risolvono la situazione. 
Siamo a circa 700 metri d ' altezza ma l' aria è proprio fredda.
Alle 20.15 Lucia ci aspetta in sala da pranzo. Il nostro tavolo preparato da Giuseppe è proprio davanti all' enorme camino che sovrasta la grande sala da pranzo. Il fuoco è acceso e scoppiettante...un piacere unico!!!
Ma il bello deve ancora arrivare...
Scialatelli fatti da Lucia conditi con l' asparagina selvatica raccolta nel pomeriggio da Giuseppe, forse la pasta più buona che io abbia mangiato in vita mia, una cosa senza senso da quanto era buona, di secondo una fettina di maialino che non serviva il coltello per tagliarla da quanto era tenera accompagnato dall' asparagina selvatica ed una fetta di pane fatto in casa abbrustolito con sopra i  broccoletti dell' orto. Per non parlare del vino rosso in caraffa fatto anche lui da Giuseppe. L' asparagina selvatica che qui a Torino si chiama "luvertin" erano almeno 45 anni che non la mangiavo.
Cosa dire? 10 e lode nella sua semplicità è il miglior posto in cui abbiamo mangiato in tutta la via Francigena!!! Complimenti davvero.
Ci siamo meritati una buona dormita sotto alle coperte.


 24 aprile 2022 ore 8.00

Dormito come un sasso! Per fortuna la sveglia ha suonato. Giornata stupenda cielo azzurro e sembra che non ci sia vento.
Alle 8.30 la colazione è pronta. 
Giuseppe ha un libro dove i pellegrini lasciano i loro messaggi e anche noi lasciamo il nostro contributo assieme al timbro sulla credenziale.




Casalbore - Foggia km 70
dislivello complessivo 493 m



Siamo ai saluti di rito, è ora di partire.



La nostra prima parte della via Francigena del sud finisce oggi a Foggia, dobbiamo ritornare a casa, il lavoro ci aspetta. E' stato un piacere essere ospiti di Lucia e Giuseppe, si capisce subito la loro passione per il loro lavoro ma anche per la via Francigena del sud.
Giuseppe che con la loro attività organizza escursioni nel territorio , ci sconsiglia di passare per lo sterrato in quanto l' erba in questo periodo è altissima, non è ancora stata tagliata. 
La Masseria S. Elia è in un posto fondamentale per i pellegrini di passaggio qui e dunque, auguriamo loro di tenere duro ancora per molto tempo. 
Nostro malgrado lo ascoltiamo e ci lanciamo in discesa fino al fondo del paese per raggiungere la statale 90 bis delle Puglie.
Pensavamo che il traffico fosse elevato ma, forse anche perchè è domenica, le automobili e soprattutto i camions sono praticamente assenti....bello!
Bisogna ammettere che il paesaggio circostante è davvero bello, una distesa di colline verdeggianti meravigliose!
La discesa dura fino all' attraversamento del torrente Ginestra, da qui inizia una bella salita di circa 10 km in mezzo al verde totale.



Andiamo in direzione di Savignano Irpino anche se non lo attraverseremo perchè si trova molto più in altro rispetto alla statale, mentre il sentiero sterrato della via Francigena è effettivamente impossibile da vedere per l' erba molto alta.
Ci aspetta una lunga discesa di 30 km.... che percorriamo velocemente fino a Borgo Giardinetto. Il panorama che ci circonda è sempre meraviglioso. Nel frattempo abbiamo fatto anche un pò di spesa per il pranzo. Affrontiamo l' ultima salita, il vento si è alzato ma per fortuna una volta tanto è a favore nostro. E' un peccato perchè così facendo abbiamo tagliato fuori il paese di Troia che avremmo voluto visitare....sarà per la prossima volta! Arrivati all' incrocio in cima alla salita in lontananza si scorge la periferia di Foggia



Giù ancora in discesa verso Foggia , è quasi l' una del pomeriggio ed abbiamo già fatto 70 km. Ci fermiamo in un uliveto a fare pranzo con i soliti nostri panini.


e alle ore 14 entriamo a Foggia.


Abbiamo tutto il tempo per rilassarci e per fare un giro per Foggia ed alle 17.41 prendiamo l' IC704 che ci riporta a Benevento...sta sera si replica allo Scialapopolo....😜😜

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