giovedì 6 giugno 2013

Tunisia...il viaggio



Tunisia del sud dal 25.04.2013 al 02.05.2013 

Le colline del Jebel Dahar e il Lago Salato (Chott el Jerid )

Km 270



25 Aprile 2013 ore 7,00


Oggi giornata intensa, partenza da Torino in macchina per Milano Malpensa, poi volo aereo  a Tunisi e poi in treno fino a Gabès. Speriamo vada tutto liscio.....






Torino - Tunisi (spostamento auto + aereo)

Partiamo da Torino in macchina alla volta dell' aeroporto Milano Malpensa, il volo è AP504 delle ore 12,25, ma sebbene in un ora e mezza si arriva è meglio arrivare un pò prima per via delle biciclette.
Lasciamo la macchina in un parcheggio e con un paio di carrelli ci presentiamo al check in dei bagagli.
Senza alcun problema espletiamo le formalità di imbarco delle biciclette nonostante una fosse imballata senza cartone, partiamo.
Arriviamo a Tunisi alle 13,15 e prima cosa cambiamo degli euro con dinari e in mezzo ad un caos di taxisti e non, che si offrono di portare i carrelli con le nostre bici, ne scegliamo uno che ci porta all' hotel Le Consul per preparare le bici.
Arrivati in hotel sembrava che tutti sapessero del nostro arrivo e tutto era predisposto adeguatamente.
lasciamo gli imballi nel garage e rimontiamo le nostre biciclette.



Tunisi - Gabés (spostamento bici + treno)



Sono ormai le tre quando finiamo di preparare il tutto, dalle notizie che abbiamo ci dovrebbero essere 4 treni al giorno che collegano Tunisi a Gabès ma non conosciamo gli orari. Iniziamo a pedalare alla volta della stazione ferroviaria, in mezzo ad un traffico caotico. Chiediamo informazioni, il treno per Gabès parte alle 16.20 è un espresso e le bici non possono essere trasportate!!! In alternativa un treno il giorno dopo. Non possiamo perdere un giorno così insistiamo, alla fine ci dicono di andare all'ufficio spedizioni che si trova al binario uno e di parlare con loro. Sono ormai le 16,00 velocemente andiamo in quell'ufficio una stanza lugubre tutta scrostata, spieghiamo il problema e che mancano solo 20 minuti alla partenza. L' impiegato chiama al telefono qualcuno, che arriva li. E' il capo treno, parlano tra loro , gesticolano, alla fine ci dicono che le bici le possiamo caricare ma che non possono viaggiare con noi. A noi di viaggiare assieme alle nostre bici poco importa, ma siamo contenti della eccezione fatta. Ringraziamo e andiamo velocemente a pagare i biglietti ed a caricare le bici. In pratica le abbiamo caricate nella locomotiva subito dietro al conduttore del treno, il capo treno ci dice che in ogni momento che vogliamo possiamo andare a vederle e di stare tranquilli.






Dal locomotore per andare nel vagone passeggeri si deve passare attraverso il vano motore



Finalmente si parte, Tunisi - Gabes dura circa 5 ore, in pratica segue la costa per circa 400 km. Subito dietro il nostro scompartimento c'è il bar del treno, dove si può fumare e infatti sono tutti li, si viaggia con alcune delle porte del treno aperte.




E' bello vedere i movimenti della gente nelle stazioni, quando il treno si ferma. Non sono molti gli stranieri che prendono il treno soprattutto questo treno, ed infatti i tunisini sono abbastanza incuriositi dalla nostra presenza.










In ogni caso alle 21,30 in perfetto orario arriviamo al capolinea , cioè Gabes.

Ormai è buio, e la temperatura anche un pò fredda, ripassiamo attraverso il vano motore del treno per recuperare le nostre biciclette e scendiamo.

Non c'è molta gente in circolazione, la scena non è molto diversa da quella di una nostra piccola stazione ferroviaria di sera. Abbiamo prenotato una stanza presso l' Hotel Chems, l' indirizzo sulla guida dice "una traversa di Ave  Habib Thameur". Giriamo un pò a vuoto, l'illuminazione è scarsa e le vie ovviamente sono segnate in lingua araba, ma alla fine imbocchiamo la via giusta ed alle 10.00 dopo circa 15 ore di viaggio, arriviamo in hotel. La struttura è enorme e semi deserta, per le bici ci danno un garage al chiuso perchè dicono che nonostante le guardie all'ingresso è meglio tenerle al chiuso.




Il problema ora è mangiare qualcosa, usciamo a piedi, chiediamo alle guardie che ci dicono la direzione da seguire, siamo sul mare qualcosa troveremo, anche se in giro non c'è nessuno. Sul lungo mare troviamo una pizzeria aperta e ci fiondiamo dentro. Pizza e acqua!! La pizza è praticamente una margherita all'aglio, quasi immangiabile, ma si sa che la fame è cieca, e dunque va bene anche così.

26 Aprile 2013 ore 8,00

Non abbiamo dormito molto, forse troppo stanchi o la tensione, ma in compenso la colazione era ottima di tipo internazionale con formaggi molto buoni e marmellate altrettanto buone,  per partire ci voleva!!
Lasciamo l'hotel, la giornata è bellissima la temperatura piacevole. Gabes è una cittadina che un tempo era famosa perchè si trovava sulla rotta dei cammellieri che arrivavano dal deserto portando oro e schiavi, poi i francesi invasero il Sahara finì così il periodo di prosperità della cittadina, poi scoprirono dei giacimenti petroliferi nel suo golfo e quindi tornò così a splendere.
Gabes è anche famosa per le piante di hennè originaria proprio si qui, le cui foglie essiccate producono una polvere di colore rosso scuro che serve per la tintura dei capelli e per i tatuaggi del corpo. 


Gabés - Matmata al Qadimal (spostamento bici + louage)



Il programma di oggi è, andare in un bancomat per prelevare dei Dinari Tunisini, (TD), prendere un un louage dal centro di Gabés ed arrivare fino a Matmata, (ci sono due Matmata, una è Matmata Nouvelle e l' altra è Matmata Al-Qadimal, che è  quella più antica) e da li inizia il giro in bici.
I louages sono in pratica dei taxi collettivi a lunga percorrenza, non hanno un orario di partenza, partono quando sono pieni ed il costo del tragitto dipende da quante persone trasporta.
Il cambio euro con dinari tunisini è nel 2013 di circa 1 euro = 1,95 TD insomma circa 2 euro.



I louages per Matmata partono da una posto diverso rispetto agli altri che partono dalla stazione degli autobus, partono al fondo di Ave Farhat Hached, mentre pedalando attraversiamo il centro di Gabes, incontriamo diverse banche, negozi ed è tutto un brulicare di persone in auto, camion, bus, moto, cavalli, capre, un po' caotico ma simpatico.

Alla stazione dei louages ci deve essere una specie di capo stazione che  chiede dove vai e ti indirizza alla macchina giusta per la tua destinazione, nella maggior parte dei casi decide anche il prezzo. In genere sono piccoli bus sgangheratissimi da 8 posti. Ne è appena partito uno, dunque andiamo alla macchina che ci indicano. L' autista mi fa smontare le borse e le ruote della mia bici che mette nel bagagliaio, La bici di Paola invece la lasciamo montata, se non arrivano persone la caricheremo  nell' abitacolo. Aspetta qualche minuto per vedere se arriva ancora qualche passeggero e poi siccome siamo solo 4 in tutto, concordiamo un prezzo di 15 TD (7,5 euro)  per noi due più le bici per fare circa 45 km. Man mano che ci avviciniamo a Matmata il paesaggio diventa sempre più desertico.

                          



Finalmente alle 11,30 arriviamo a Matmata punto di partenza del nostro giro.

Matmata è famosa per le abitazioni sotterranee costruite dai trogloditi, in pratica scavando nel terreno,  si sono ricavati delle case con tanto di stanze, bagni, cucine e mobili a più piani sotto terra, non a caso sono anche chiamate abitazioni a pozzo. Oggi questa è la vera attrazione turistica di questo posto, che sarebbe anche carina da visitare, ma purtroppo queste abitazioni sono tutte abitate dai pastori berberi del luogo, che per per pochi dinari si fanno fotografare a casa loro, incluse donne e bambini. A noi questa cosa non è piaciuta molto e dunque abbiamo preferito preparare le bici e partire senza fare alcuna foto.
Altra attrazione di Matmata, ma di tutto il circondario, è che qui sono state girate le scene della saga del film Guerre Stellari ed in particolare qui è stata creata l' ambientazione del pianeta natale di Luke Skywalker. Per gli amanti del genere l'hotel Sidi Driss è stato utilizzato come casa natale di Luke e poi utilizzato per La minaccia fantasma e L' attacco dei cloni.


1° Tappa:Matmata al Qadimal - Ksar Hallouf  Km 60



Profilo altitudine


Lasciato il taxista, al quale abbiamo offerto un caffè, dopo aver fatto un pò di spesa per il pranzo, alle 11,30 partiamo anche perchè per questa sera non abbiamo nessuna prenotazione per dormire e da Techine, per 52 km non si incontra nulla che ci possa ospitare per la notte. La strada è asfaltata, non è per niente trafficata, usciamo da Matmata in direzione sud per Techine che dista 13 km. E' un falso piano in salita.                                                                                                  






Sullo sfondo Matmata


Il panorama è veramente lunare, ora capiamo come mai hanno girato qui il film Guerre Stellari






Arrivati ad una rotonda, c'è il bivio per Techine , prendiamo a destra. La strada ora non è più asfaltata, noi la preferiamo anche perchè sull'asfalto il calore è molto più elevato, nonostante la temperatura fino ad ora sia rimasta sui 28 gradi e dopo un paio di bivi iniziamo la salitella che porta a Techine, dove ci fermiamo per il pranzo. A Matmata abbiamo comperato un buonissima frittata fatta al momento, pane per fare i panini, della frutta e ovviamente acqua per riempire le nostre borracce. Ci fermiamo al centro del paese in una specie di giardinetto pubblico, seduti sotto ad una pianta. I ragazzini e forse non solo loro, ci guardano con sospetto, mentre con le loro biciclette ci passano vicini velocemente.

Ripartiamo, ci aspettano circa 50 km di desolazione desertica, non ci sono grosse salite, ma un' infinità di salite corte e discretamente ripide , come se ci fossero centinaia di dune da superare.  

                                                      

Incontriamo ancora antiche case dei trogloditi sempre abitate.
Si è anche alzato un po' di vento, speriamo che non diventi una tempesta di sabbia come mi è successo alcuni anni fa in Siria., ma in macchina è stato più facile affrontarla.  Paola porta le lenti a contatto e nonostante gli occhiali ci dobbiamo fermare. La sabbia negli occhi fa male con le lenti. A questo proposito avevamo comperato una maschera da snorkeling di quelle piatte che si usano adesso, così in caso di vento forte indossando questa avrebbe potuto ripararsi dalla sabbia. La prova a mettere, l' idea è buona, peccato che pedalando e con il caldo manca aerazione e si appanna facilmente, proviamo a fare dei buchi laterali ma niente non funziona. Il vento non ha una direzione precisa,  sono dei mulinelli continui, ci fermiamo dietro ad un muretto a secco, con le giacche ci ripariamo e finalmente riesce a togliersi le lenti dagli occhi.... meglio gli occhiali da vista!!
Ripartiamo, il cielo è tutto sereno ma non è caldissimo, la strada continua ad essere sterrata abbastanza ben tenuta, incontriamo due ragazzi con il motorino, hanno la ruota davanti completamente sgonfia, ci fermiamo e ci chiedono se abbiamo la pompa per gonfiare la ruota. Ormai abbiamo fatto una ventina di km da Techine e non abbiamo incontrato altri paesi. La pompa della bicicletta, anche se ho montato le valvole grosse da downhill ( dopo l' esperienza di bucare 6 volte in un giorno nel Camino di Santiago de Compostela), non è in grado di portare in pressione quelle dei motorini, ma ci proviamo lo stesso, senza risultato gli aspettano 20 km a piedi.
Così come è arrivato il vento è sparito.
Improvvisamente subito dopo una discesa incontriamo sulla strada delle ruspe e camion, inizia un cantiere. Gli operai si fermano dal lavoro divertiti nel vedere, in quel posto desertico, due ciclisti. Ci fermiamo e scambiamo qualche parola, ci chiedono da dove siamo partiti e dove vogliamo andare, ed a questo proposito ci spiegano che stanno livellando la strada per asfaltarla, e dunque in futuro questo bellissimo tratto di strada non sarà più così affascinante e desolato.
Simpatiche persone sorridenti, ci salutiamo ma poco dopo, in seguito alle raffiche di vento, la strada in alcuni tratti diventa impraticabile a causa dei cumuli di sabbia, e quindi procediamo a piedi. Per fortuna il tratto  abbastanza breve e dunque  riprendiamo a pedalare. Iniziamo ad avere i primi segni di stanchezza, da casa ci siamo portati anche una discreta scorta di barrette energetiche che ci aiutano a recuperare energie e forze, incontriamo una signora che ci dice che mancano ancora 20 km. A noi sembra impossibile e dunque ci chiediamo se effettivamente abbiamo percorso la strada più breve perchè i nostri ciclo computer segnalano già 55 km cioè la distanza che Google Earth indica.
Finalmente  troviamo la strada asfaltata e con essa anche il vento contrario, non ci voleva, io sto ancora bene ma Paola ha finito le batterie e come si sa quando non ce né, non ce né!!! Stacco le borse dalla sua bici e le carico sulla mia in modo da alleggerire il peso, il vento è contrario come sempre e dunque cerchiamo di stare compatti io davanti e lei dietro, ma alla fine arriviamo a Ksar Hallouf.
Ormai è quasi buio, entriamo nel paese semi buio, ed all'ingresso incontriamo subito un bar e ci sediamo sugli scalini di fronte. Paola mi dice :" io dormo qua, non mi muovo più!!!
Ksar Hallouf si divide in due parti la parte nuova e la parte antica dove ci sono i famosi ghorfa.
Il programma era di andare a dormire in uno dei 6 ghorfa,  tipiche costruzioni su due piani messi a disposizione dagli abitanti del posto.
Impossibile da farsi... ma la situazione non è semplice. E' buio. La benzina è finita. Il posto per dormire è ancora a 7 km tra l' altro di salita. Non siamo sicuri che ci sia posto. Li non possiamo stare!!!
Mentre stavamo discutendo su come risolvere la situazione , si avvicina un uomo, Mohamed, si presenta come la guida ufficiale del sito di Ksar Hallouf. Non sapevamo neanche fosse un sito, ma lui ci conferma che ci sono 7 km di salita e che nella parte nuova non ci sono posti per dormire e mangiare.
Ci offre di andare a casa sua, ci rassicura del fatto che a casa ci sia sua moglie e sua suocera ed i loro figli. ACCETTIAMO!!!!!
A piedi seguiamo quell' uomo che si infila nei vicoli del paese. Ad un certo punto apre una porta e ci fa entrare.
Entriamo con le nostre bici in un cortile quadrato con in mezzo un grande albero e tutto interno delle porte ne apre una ci togliamo le scarpe ed entriamo. Incontriamo la moglie e la suocera ed i loro due bimbi, ci fanno accomodare la moglie sparisce immediatamente e torna con una theiera di thè caldo. La suocera è anziana e vestita tutta in nero e le mani completamente ricoperte di tatuaggi all' hennè. Il pavimento e ricoperto di tappeti. Il thè caldo ci conforta e ci rilassa, l' uomo ci fa vedere la casa che è piena di stanze tutto intorno al cortile, ci spiega che a tempo perso la sta ristrutturando e che vuole fare un Bed & Breckfast. Il posto è molto carino, per ultimo ci porta in un locale dove sorgeranno le docce, ma al momento c'è solo un water, ed un rubinetto con una gomma. Quando torniamo in cortile troviamo due sedie con sopra una bacinella a testa di acqua calda, degli asciugamani ed il sapone. Ci lasciano soli in cortile e così ci laviamo e ci cambiamo i vestiti.
Ritorniamo nella prima stanza, da noi si potrebbe chiamare salotto, e l' uomo ci dice che questa sarà anche la nostra stanza da letto, ci sediamo per terra e la signora che nel frattempo è sempre stata in cucina, ci porta da mangiare ogni ben di Dio di quel territorio!! Fantastico davvero!!! Una cena berbera meravigliosa!! Finito di cenare sentiamo dei rumori in cortile, usciamo e sotto al portico troviamo i padroni casa con i loro parenti che sorseggiano il the e se la raccontano. Ci invitano tra di loro al centro una specie di braciere che oltre a scaldarci serve per fare il the. Parliamo tutta sera loro curiosi di noi e noi altrettanto di loro, si parla un po' di tutto ma in particolare della situazione politica in generale Alla fine ci augurano la buona notte, prendiamo i nostri sacchi lenzuolo che, sapientemente ci siamo portati dietro e ci addormentiamo per terra sui tappeti. 


27 Aprile 2013 ore 8,00

Una grande dormita questa volta, la notte prima al Grand Hotel avevamo dormito poco, ma qui per terra sui tappeti abbiamo riposato veramente bene. Ci vestiamo ed usciamo in cortile il sole è già alto e all' ombra della pianta centrale troviamo un tavolino per la colazione.
Olive nere, formaggi, marmellate, uova, pane latte caffè. Al figlio più grande, che avrà avuto 10 anni abbiamo regalato una pila di quelle senza batteria con ricarica a dinamo, dopo un po' sentiamo piangere in cucina, era quello più piccolo che visto il regalo ricevuto dal fratello si sentiva discriminato. Intanto ci prepariamo per partire. il marito ci viene incontro, gli chiedo cosa è successo e lui ci spiega. Dalla bici tolgo le lucine bianche a batteria che avevo sul manubrio e le regalo al più piccolo, il quale dal pianto passa al sorriso regalandoci un bacio. Rispetto agli standard tunisini non abbiamo pagato poco, ma in compenso non abbiamo  parole per l' accoglienza ricevuta ed anche per il commiato.. una buonissima bottiglia di olio extra vergine di oliva berbero.


2° tappa: Ksar Hallouf - Chenini  78 km



Profilo altitudine


Partiamo da Ksar Hallouf, la giornata è ancora bellissima con un cielo azzurro intenso. La prima destinazione è la località di  Beni Kheddache un decina di km da Ksar Hallouf.
La strada è asfaltata, il paesaggio circostante desertico.



E' piacevole pedalare per questa strada tranquilla in cui saltuariamente passa qualche furgone carico di pecore, verdure coltivate nella zona, oppure persone. Nei pressi di Beni Kheddache la Moschea di Zammour                                            
Ieri non ce ne siamo accorti ma ci siamo scottati le gambe e soprattutto le braccia, il sole non sembrava così forte ma oggi il bruciore si sente, servirebbe una maglietta maniche lunghe ma leggera per coprirci le braccia,  al momento abbiamo solo i pantaloni lunghi della tuta ma al mercato di Beni Kheddache ne comperiamo una per Paola che sente maggiormente il bruciore. Inoltre in farmacia prendiamo anche un flacone di crema protettiva + 50°.


Una località movimentata piena di vita con un bel mercato, a banca, e diversi negozi. Comperiamo da mangiare per il pranzo e ripartiamo. Prossima destinazione  Ksar Hedada 25 km.
Paesaggio incredibile con vari saliscendi che permettono nei punti più alti di vedere fino all'orizzonte una distesa desertica di tipo roccioso.



Ci sono anche alcune statue che rappresentano animali preistorici....

                                


Sulla salita finale che porta a Ksar Hedada ci fermiamo in un piccolo negozio di alimentari, ci meritiamo un panino al tonno e pomodoro e una coca cola. Noi a casa un bicchiere di vino mangiando lo beviamo più che volentieri, ormai qui sono tre giorni che beviamo acqua o coca cola e un po' la mancanza iniziamo a sentirla. All'ombra di una pianta di fronte al negozio su di uno scalino, ci mangiamo il panino mentre il ragazzo del negozio ci tiene compagnia con ogni tipo di domande circa il viaggio e le bici.


Nella saga di Guerre Stellari l' episodio" La minaccia fantasma" è stato girato qui.  

Non siamo dei patiti di questo genere di film ma effettivamente lo ksar è molto ben tenuto anche se con gli anni ovviamente è ormai nuovamente in decadenza, hanno tentato di fare un hotel all'interno ma è chiuso.
Sono ormai le ore 16, e ci sono ancora circa 40 km da fare per arrivare a Chenini e dunque nonostante la tranquillità del posto e la stanchezza che inizia ad affiorare ripartiamo. Per fortuna questa sera la camera è prenotata e dunque possiamo tirare un po' più tardi.
A 5 km troviamo Ghomrassen che però non vediamo perchè dobbiamo prendere a sinistra all' inizio del paese in direzione Guermessa. Riusciamo a vedere il villaggio antico che si trova appunto sulla strada. Come ormai abbiamo capito per ogni villaggio ci sono due agglomerati , quello nuovo e quello antico, infatti anche Guermessa ne ha due ma purtroppo quello antico si trova in altro tra due cime della collina ed è per noi irraggiungibile.
In compenso ci fermiamo all' uscita del paese per una coca cola che acquistiamo nel solito negozietto di alimentari. Uno sciame di ragazzini anche loro in bicicletta ci scortano per tutto il paese fino a che ci fermiamo per la sosta. Sono simpatici e la sana curiosità che tutti i bambini hanno, chiedono naturalmente biro per scrivere, occhiali, insomma tutto quello che vedono, ma siccome sono tantissimi non diamo niente a nessuno. L' ultimo pezzo non finisce mai rispetto alla strada asfaltata abbiamo preso a destra una scorciatoia sterrata ma sembra andare verso il nulla, ormai sta anche arrivando il tramonto e finalmente ad un certo punto troviamo una strada asfaltata perpendicolare alla nostra. La seguiamo a destra e alle 19.30 arriviamo a Chenini. Non riusciamo a capire bene ma deve essere una meraviglia di posto. A Chenini la strada finisce in pratica dentro ad una specie di anfiteatro. Abbiamo prenotato presso l' hotel Kenza, che non è comodissimo da raggiungere con le bicicletta ma di sicuro effetto. Infatti per salire all' hotel che si trova praticamente nella parte alta del villaggio troglodita alcuni ragazzini ci aiutano a spingere le bici fino ad arrivare nella nostra camera












In pratica è un hotel le cui camere sono in realtà delle grotte, scavate quindi nella montagna, può piacere o meno naturalmente perchè ad esempio non ci sono finestre. La foto non rende omaggio al posto, in compenso andando sul sito dell' hotel troverete le foto di ciascuna stanza.
Poco distante dall'hotel  c'è anche l'omonimo ristorante dove dopo una doccia caldissima abbiamo cenato.

28 Aprile 2013 ore 9,00







Dormito come un sasso, il problema della mancanza della finestra è stato così risolto....ce la siamo presa comoda oggi, il posto è strepitoso, ci prepariamo con calma e ritorniamo al ristorante per la colazione abbondante che ci viene servita.








Lasciamo le bici di fronte al ristorante e andiamo a farci un giro a piedi per le stradine del villaggio, nella parte alte la moschea bianca dei tre dormienti domina il villaggio sottostante









Mentre dal versante nord da dove siamo arrivati ieri  il paesaggio è questo....





Nel progetto originale del viaggio, da qui avremmo dovuto seguire la pista desertica per Ksar Ghilane. La distanza in teoria non era un problema da Chenini dovrebbero essere circa 80 km, ma altri argomenti ci hanno fatto pensare a non farlo. 
1) Sapevamo che la pista era battuta, ma in caso di vento nei giorni precedenti con la bici sarebbe stato un problema proseguire.
2) Abbiamo scritto all' unico hotel di  Ksar Ghilane l' hotel Pansea oltre al campeggio, il costo di una doppia 270 euro per una notte.
3) Da Ksar Ghilane bisogna, risalendo verso nord, tornare a Matmata più di 100 km
4) Una Camioneta da Ksar Ghilane a Matmata prenotata da qui costa 240 euro

Questi i motivi per cui abbiamo dovuto cambiare giro e quindi il programma di oggi prevede di andare in bici fino a Tataouine circa 22 km e da qui prendere un louage che ci porta fino a Douz

3° tappa: Chenini - Tataouine  22 km (+ trasferimento a Douz)


Profilo altitudine




Quindi come detto tappa leggera oggi, dopo la visita di Chenini partiamo alla volta di Tataouine, tappa tutta in pianura , senza particolari problemi se non il caldo.




Arrivati a Tataounie abbiamo due necessità trovare un bancomat e cercare la stazione dei louage per Douz.
Il bancomat si trova facilmente, ma purtroppo pur essendo del circuito Maestro non riusciamo a prelevare, strano a Tunisi ci eravamo riusciti...inoltre è domenica e le banche sono chiuse. Non abbiamo contante, non riusciamo a comperare da mangiare, ma soprattutto non possiamo pagare l' autista del louage per andare a Douz. Situazione non bella, ci sediamo sugli scalini della banca per trovare una soluzione, quando Paola dal portafoglio estrae un vecchio bancomat di un' altra banca che non pensavamo di aver portato e come per magia,  funziona...
Si festeggia con una coca cola, cerchiamo la stazione dei louage, concordiamo il prezzo e partiamo.
Ormai è pomeriggio inoltrato il trasferimento a Douz durerà quattro ore di auto per 220 km.

Tataouine - Douz (spostamento in louage)







In pratica bisogna ripassare da Matmata  e invece di ritornare a Gabes si prende a sinistra per Douz. Il paesaggio è praticamente desertico incontriamo anche una mandria di dromedari che vivono allo stato brado ma il driver ci spiega che i proprietari esistono e li lasciano liberi di girovagare per il deserto




Per strada non incontriamo quasi nessuno in bici sarebbe stato improponibile, non solo per la distanza ma giusto per far capire l' esempio è qui riportato:

incrociamo un camion che viaggia in senso opposto al nostro


e questo è quello che si vede dalla nostra auto che procede a 100 km /h dopo il passaggio del camion


Comunque senza particolari problemi arriviamo a Douz.Abbiamo prenotato all' hotel Sun Palm nella zona turistica, subito dopo la palmeraie, non fosse altro per la presenza della piscina...e in seguito scopriamo anche della birra!!!!

Douz è considerata un pò la porta del deserto, 50 km più a sud infatti inizia il deserto del Sahara ed è quindi punto di partenza per tutti coloro che o in fuori strada o in moto hanno pianificato un viaggio in questo deserto. Infatti alla reception dopo aver fatto il check in per la camera chiediamo dove possiamo lasciare le bici. Abbiamo fatto un po' di fatica a far capire loro che non avevamo un fuoristrada o una moto ma una bici, infatti sono usciti in 4 per verificare la situazione, e poi hanno voluto anche fare un breve giro con le nostre biciclette Alla fine ci hanno risposto di lasciarle tranquillamente fuori primo perchè ci sono le guardie armate e secondo perchè nessuno andrebbe via in bici da qui.
Temperatura perfetta per un lungo bagno in piscina, birra, e poi cena presso il ristorante dell' albergo. Domani sarà un altro giorno discretamente duro. Prima di andare a dormire però non resisto alla tentazione di comperarmi il tradizionale copricapo tuareg per ripararsi dal sole e dalla sabbia...

29 Aprile 2013 ore 9,00

Ha piovuto questa notte, dopo una abbondante colazione prepariamo i nostri bagagli e ci rimettiamo in sella per raggiungere la stazione dei louages. La città è moderna e vivace con un gran traffico, ne approfittiamo per comperarci da mangiare per il pranzo

 

e passando a fianco al cimitero arriviamo alla stazione dei louages

 


Douz -  Kebili (spostamento in louage) 

vedi mappa


Questa volta il tratto è abbastanza breve, dobbiamo arrivare all' inizio del lago salato (Chott el Jerid) e più precisamente a Kebili , 30 km più a nord. 

Ci facciamo lasciare subito dopo la cittadina.

4° tappa: Kebili - Tozeur km100




Profilo altitudine

                                                                   


Chott el Jerid è un lago salato che si estende per circa 5000 kmq, il paesaggio è completamente desolato ed arido, una distesa completamente piatta per circa 100 km di strada  completamente asfaltata, sopraelevata di un paio di metri rispetto al lago, che in realtà si chiama lago ma di acqua quasi non se ne vede. In realtà ne parlano come un itinerario da non perdere, ma è sempre sotto inteso che venga fatto in macchina, non in bicicletta!!
Altro problema in questa zona potrebbe essere il vento che oltre a rendere faticosa la pedalata potrebbe trasportare chicchi di sale sulla strada addirittura da far sembrare innevata la strada., non si tratta di miraggi o allucinazioni, anche se potrebbero capitare in questo scenario.

                             

100 Km così nel nulla, solo due riferimenti il nastro di asfalto e per fortuna ogni km una pietra miliare che indica in km la distanza percorsa e quella da percorrere

            

Questa volta abbiamo avuto veramente fortuna, il vento c'è eccome, ed è a nostro favore!! Riusciamo agevolmente a tenere i 36 km/h pedalando, e se smettiamo di pedalare comunque riusciamo a viaggiare a 18 km/h!!! Un grosso vantaggio finalmente,  perchè se fosse stato al contrario non saremmo riusciti ad attraversarlo.

                    


   

Per poi trovare al bordo della strada il sale lasciato dall'acqua, ed infine l' acqua


E' una sensazione veramente strana pedalare così, senza riferimenti sembra non finire mai. In questi quasi 100 km sono passati due camion, 6 macchine e due moto, tutti al loro passaggio rallentavano ci chiedevano se tutto fosse a posto   e se volevamo  aiuto, ma per fortuna tutto è andato bene siamo arrivati a Tozeur (51 m slm).



Sono solo le ore 16, il vento ci ha dato una mano determinante per attraversare il Chott el Jarid con le bici andiamo direttamente nell' hotel che abbiamo prenotato, Hotel El Amein situato nella periferia opposta a quella di ingresso alla città. Un hotel a conduzione famigliare  molto carino e ben tenuto. Sono tutti ragazzi giovani, le bici le mettiamo in un cortile a fianco all' hotel

 
                     
Meritata doccia e poi via a visitare la città di Tozeur. In realtà ho una certa fretta nel voler visitare la città, sono 28 anni che aspetto cioè da quando nell'ormai lontano 1985 Frano Battiato incise:" I treni di Tozeur" canzone per la quale mi è rimasta la voglia di visitare questa città. Ora ci siamo!
La cosa più impressionante sono alcuni enormi alberghi stile Club Mediterranee, tanto per intenderci, completamente chiusi ed in rovina, ci spiegano che dopo la rivoluzione del dicembre 2010 detta dei Gelsomini nata per ottenere la libertà dal proprio presidente dittatore, dal punto di vista turistico, è stato un vero e proprio massacro. Alcuni ci spiegano che la rivoluzione andava fatta anche a duro prezzo, e questo della completa assenza turistica di massa è uno dei prezzi più alti.




Per il resto una simpatica città  sempre in movimento tenuta bene, con bellissimi angoli nonchè l' incredibile palmeto alle porte del deserto.


Andiamo alla stazione dei bus per Tunisi per informarci a che ora è il bus per Tunisi del mattino e se si possono caricare le bici, e poi ancora un po' in giro per la città fino all'ora di cena, dove per altro abbiamo già deciso dove andare. 
Andiamo a cenare presso il ristorante Petite Prince, un locale carino con dehor esterno nel giardino sotto le piante. Qui riusciamo anche a bere una birra fresca mangiando possiamo dirlo decisamente bene a poco prezzo.


In pratica il nostro percorso in bicicletta finisce qui, siamo arrivati un giorno prima a causa del fatto di non aver potuto fare la tappa a Ksar Ghilane, e quindi decidiamo per il giorno dopo, di noleggiare un' auto ed andare a vedere le Oasi di Montagna Chebika, Tamerza e Mides. Fra andare e tornare sono circa 170 km tra semi deserto e montagna e quindi andare in bici non sarebbe possibile.

30 Aprile 2013 ore 9,00

Affittata la macchina partiamo alla volta delle Oasi, l' idea della macchina è stata azzeccata poichè la strada per una ventina di km la stanno mettendo a posto ma, al momento, è un cantiere polveroso a cielo aperto, in bici sarebbe stato impossibile.


Dopo la bellissima salita il panorama è veramente bello, da visitare.

   

   

Un bellissimo giro tra le montagne, un po' rovinato da una piccola discussione con un ragazzo di un piccolo bar dove abbiamo bevuto una coca cola. Era partito per l' Italia su un barcone e ci contestava come il governo italiano trattava le persone che arrivavano...come le bestie ha aggiunto.
Sicuramente aveva ragione ma purtroppo in quei frangenti è inutile discutere anzi...
Ritorniamo a Tozeur e cena nello stesso posto di ieri.

31 Aprile 2013 ore 8.00

I ragazzi del hotel sono stati gentilissimi e ci hanno salutato con dispiacere dopo la colazione buonissima. 
La SNTRI, società che gestisce i bus per Tunisi, fornisce 5 corse giornaliere Tozeur - Tunisi.

Alle 8.30 ci presentiamo alla stazione dei bus, facciamo il biglietto e ci indicano tra una decina di bus quale è per Tunisi. Gli autisti sono tutti  in divisa, ed un signore anziano alto e magro vestito normalmente, anche un po' dismesso se vogliamo, mi dice cosa smontare e dove mettere le bici. Saliamo sul bus aspettiamo ancora qualche minuto. Ad un certo punto il signore anziano sale sul bus al posto di guida e parte!! Sinceramente pensavo ci portasse a fare gasolio, invece no era proprio lui l' autista!!
Noi eravamo seduti al fondo del bus e riuscivo a vederlo dallo specchietto.



Questa foto grande se la merita tutta, guidava il bus come se fosse un' auto da formula uno, sulle strade semi asfaltate andava come un pazzo, con sorpassi di bus e camions entrando nella loro scia e uscendo all' ultimo secondo per il sorpasso, un po' pericoloso se vogliamo ma, per me amante della velocità è stato fantastico!!
Il viaggio dura circa 8 ore con una pausa intermedia presso una enorme pasticceria isolata in mezzo al deserto per chi voleva andare in bagno o prendere un caffè, ma soprattutto per acquistare dei fantastici pasticcini secchi !!!
Anche con un buon anticipo, e dopo essersi fumato più di un pacchetto di sigarette, arriviamo a Tunisi al terminal del bus. Ritiro le biciclette dal bagagliaio aiutato da lui che mi aiuta anche a montarle, interessato dalle bici scambiamo due parole e con molta stima e un po' di invidia gli faccio i complimenti per la sua guida, lui mi mette una mano sulla spalla e mi ricambia i complimenti dicendo che in tanti anni non aveva mai visto arrivare alla stazione dei bus due in bicicletta.

Prendiamo un taxi per tornare a prendere i nostri imballi all' hotel Le Consul. Un Ford Galaxy con 900 mila km, mai vista una roba simile, arrivati in albergo i ragazzi ci fanno molte feste e chiedono incuriositi come è andato il viaggio. Cena al restaurant Ghassen, consigliato da Valerio prima della partenza di fronte all' hotel a base di pesce , veramente ottimo!

1 Maggio 2013 ore 9.00

Oggi si ritorna in Italia, i ragazzi dell' hotel ci danno un passaggio con una macchina dell' hotel fino all' aeroporto, il volo per Milano Malpensa è alle ore 13,55, ed è meglio arrivare molto prima per l' imbarco delle biciclette, non si sa mai!!!
Arriviamo a Milano Malpensa alle ore 16,45 in perfetto orario, carichiamo i bagli sulla macchina lasciata al parcheggio e rientriamo a Torino.


Conclusioni


Viaggio molto bello, senza particolari difficoltà, panorami e clima eccellenti, spezziamo una lancia a favore della gente della Tunisia che si è dimostrata gentile ed ospitale in ogni situazione. Avremmo voluto fare un giro più ampio ma purtroppo le distanze non lo hanno permesso.



Ringraziamenti

Ringraziamo il nostro amico Valerio che ci ha fornito alcuni indirizzi giusti, l' hotel Le Consul per aver gentilmente collaborato per quanto riguarda i bagagli e gli imballi, gli hotel Chems, Kenza, Sun Palm, El Amain per la gentile accoglienza e per aver ospitato anche le nostre biciclette.
Ringraziamo anche tutte le persone che abbiamo conosciuto durante il viaggio ed in particolare Mohamed di Ksar Hallouf con la moglie e la suocera, che ci hanno ospitato a casa loro riservandoci uno speciale trattamento, senza i quali, quella sera del 27 Aprile 2013 saremmo stati veramente nei guai... 


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