
Quarta parte: dal 19 al 28 aprile 2025
Dubrovnik-Igoumenitza km 588 dislivello positivo 3880 m
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19 aprile 2025 ore 13.00
Stage#16 Dubrovnik - Lepetane km 43 dsl 257m
vedi mappa e il percorso 3D
Con qualche sali scendi in breve tempo arriviamo al confine che ci annuncia la fine della Croazia e subito un grosso cartellone ci da il benvenuto in Montenegro. Una bella discesa veloce ci porta alla dogana montenegrina dove ci mettiamo in coda alle macchine e al nostro turno ci mettono anche un timbro sul passaporto.
Da qui costeggiando il mare, arriviamo all' imbarco della chiatta che ci fa attraversare le Bocche di Cattaro. Un posto molto bello e suggestivo dal punto di vista panoramico.
Il passaggio per i pedoni e le biciclette è gratuito ed in pochi minuti ti evita tutto il giro delle Bocche di Cattaro che saranno anche spettacolari ma sono 42 km di strada trafficata e stretta.
E così alle 15.30 siamo già arrivati a Lepetene punto finale della tappa di oggi. Abbiamo preso alloggio presso Dream Vacation Apartments per questa notte. Dopo le solite operazioni che si fanno all' arrivo, sentiamo bussare alla porta. La signorina ci spiega che proprio oggi sabato di Pasqua sono arrivati i montatori della tenda del balcone del nostro appartamento e che in breve tempo sarebbero andati via. Poco male invece di riposarci un attimo scendiamo a fare una passeggiata fino in paese. Il ristorante che ci hanno consigliato si trova nel paese successivo Banja Lastva e dunque siccome bisogna arrivarci attraverso la strada costiera con diverse curve anzichè andare a piedi decidiamo di andare in bicicletta per non percorrere con il buio il ritorno a piedi.
Non abbiamo mangiato male ieri sera, la solita frittura di paranza che però aveva il suo perchè.
Ci svegliamo per partire e troviamo sulla sella delle bici una bottiglia di vino rosè che la proprietaria per scusarsi ci ha per l' inconveniente delle tende ci ha lasciato. Poco male, anzi grazie per i 750 gr in più da portare nelle borse. Davvero gentile.
Oggi è il giorno di Pasqua. Rotorniamo a fare colazione dove la sera prima abbiamo mangiato cena e poi proseguiamo a Teodo, una cittadina portuale con un sacco di yachts in porto e tutto intorno negozi delle più famose marche di abbigliamento e accessori. C'è persino un museo con dei sommergibili all' esterno.
Usciti dal paese pedaliamo su strada asfaltata ad alto traffico, la E80 che poi torna ad essere la E65; causa cantiere per lavori di ripristino dell' asfalto stradale, oggi fermo perchè è Pasqua, si è formata una lunga coda di auto e bus nei pressi dell' aeroporto di Tivat. Superiamo tutte le macchine e poi la strada diventa non più asfaltata ed il traffico diminuisce. Un bus, che vuole passare a tutti i costi, mi supera, mi sfiora letteralmente tant'è che sento Paola urlare terrorizzata, non mi tocca per fortuna ma comunque l' autista sterza per chiudermi senza motivo, come se gli desse fastidio che fossi li. Attimi di paura!
Arriviamo dunque di nuovo sulla costa, a Budua
e poi Santo Stefano da dove si gode della vista sull' isola di Santo Stefano in effetti ora penisola in quanto è stata collegata artificialmente da un istmo.
Si tratta di un alone solare che si crea nell' atmosfera per effetto di cristalli di ghiaccio di forma esagonale che rifrangono la luce solare creando un anello con i bordi colorati come l' arcobaleno ma con disposizione opposta dei colori.

La strada costiera è molto bella ma sempre abbastanza trafficata e ricca di saliscendi fino a Sutomore. Pedalare in Montenegro non è per niente facile, chi guida un mezzo non tiene per nulla conto dei ciclisti, deve per forza passare.
A Sutomore alloggiamo presso l' hotel Del Medio, un moderno hotel che da quasi sulla spiaggia del paese. Per cena, al Karuba Sutomore, un ristorante si fronte alla spiaggia, un piatto di alici fritte spettacolare!
Grande colazione dolce e salato. Ricomposte le nostre borse e recuperate le biciclette che l hotel ci aveva consentito di mettere all' interno, partiamo. Giornata bella limpida ma tutti i giorni il vento sempre da sud e dunque contrario a noi ci accompagna. Al mattino è più tranquillo ma al pomeriggio a volte tira abbastanza forte. Oggi è anche il giorno in cui lasciamo il Montenegro ed entriamo in Albania.
Saliamo dalla strada del lungomare per riportarci sullo stradone principale che in breve ci porta a Bar, l' antica Antìbari. Alcuni reperti storici la datano addirittura nella preistoria ed il suo nome sembra avere radici dovute al fatto che si trovi proprio di fronte alla nostracittà di Bari.
Arrivati alla mastodontica chiesa ortodossa di San Giovanni Vladimiro svoltiamo a sinistra per salire su un ponte ad arco che scavalca la ferrovia, Si la ferrovia...l' ultima che abbiamo visto era a Trieste ovvero 800 km fa!
Arrivati in una piccola cittadina di nome Tomba svoltiamo a sinistra per uscire finalmente dal caos della E85 e risalire la collina. Finalmente il silenzio per le nostre orecchie, ma oltre a questo la stradina permette di accorciare di un bel pò la distanza con il villaggio di Krute rispetto alla E80 che passa sul mare. Infatti la tranquillità dura poco perchè hanno iniziato i lavori di allargamento della piccola e tranquilla strada.
Arrivati a Krute incontriamo il primo ciclista in solitaria con le borse che ci saluta calorosamente. E' un signore tedesco anche di una certa età...tipo me diciamo...che io ho soprannominato Freund.
Passa poco tempo, diciamo una oretta e d arriviamo alla frontiera tra il Montenegro e l' Albania.
Dobbiamo anche ricordare che oggi è Pasquetta, ma anche se qui non è una festività e non dice nulla da noi invece in Italia è una festività; rappresenta un pò la porta della primavera ed abitualmente ci si organizza per scampagnate fuori porta con tanto di pranzo nei prati con succulento cibo. Dunque anche noi rispettiamo la tradizione italiana e siccome sono circa le ore 13, ci siamo organizzati 🍔🍔🍸
Birra e noccioline!
Ci meritiamo una bella pausa tanto l' arrivo è vicino. A questo proposito mi viene in mente che forse non è mai successo di arrivare a destinazione così presto sono le 13 e mancano solo 15 km, sarà forse la forma fisica che sta migliorando oppure anche il fatto di aver sostituito i copertoni tassellati per mountain bike con dei pneumatici stradali per gravel forse ci hanno fatto raggiungere questo piccolo record.
Abbiamo prenotato in una villetta un alloggio molto carino arredato in stile anni 70 ma molto curato e ristrutturato.
Visto che il pranzo di Pasquetta non ci ha soddisfatto molto, su consiglio di Megi, andiamo a cena nel ristorante di pesce Fishart nel centro di Scutari...una meraviglia!!
22 aprile 2025 ore 9.00
Stage#19 Scutari - Lac km 71 dsl 181m
Dopo una veloce colazione, già la colazione...Quando al mattino vai in un bar per fare colazione puoi solo ordinare il caffè perchè una brioche o un cornetto lo devi andare a comperare dal panettiere e così facciamo. Ripartiamo da Scutari dove siamo stati bene, anche se non siamo riusciti a vedere il lago, il più grande lago dei Balcani. Ritorniamo per il percorso fatto all' andata fino al ponte e poi giriamo sinistra verso sud Il percorso sarebbe stato quello di arrivare a Previza e poi svoltare a destra in modo da toglierci dallo stradone trafficato, ma purtroppo non me ne sono accorto delle indicazioni delle indicazioni del navigatore che mi diceva di girare e dunque siamo andati avanti. In realtà volevamo anche andare a visitare il centro italiano migranti di Gjader.
Poco male arrivati a Dajc prendiamo una stradina a destra non asfaltata e tagliamo per la campagna fino a raggiungere Kukel. Siamo proprio in aperta campagna e sbagliamo strada un paio di volte finchè arriviamo a Gjader
Praticamente è un carcere!
La strada ora è asfaltata e superato quello che sembra un cementificio ritorniamo sullo stradone trafficato. E' il momento di fermarci per una pausa all' ombra in un chiosco sulla strada. Scambiamo due parole con un ragazzo che parla italiano per aver lavorato diverso tempo in Italia. Ci dice che è dovuto tornare in Albania perchè in Italia aveva un' impresa ma era impossibile guadagnare..troppe tasse! Sono curioso di capire cosa pensano gli albanesi del centro di Gjader e mi risponde che il governo albanese ha semplicemente voluto fare un favore al governo italiano ma il centro lì è una cosa assurda.
Pedaliamo verso la ridente cittadina di Lezhe (Alessio). Un traffico esagerato va bene che è l' ora di pranzo ma è tutto congestionato dalle automobili, camions, bus. Facciamo lo slalom nel traffico fermo finche la polizia ci dice che dobbiamo stare nella pista ciclabile che , francamente non avevamo nemmeno notato perchè piena di persone che camminavano o che uscivano dai negozi senza guardare. Ci fermamiamo a mangiare un buon kebab.
Nel frattempo il tempo è diventato tutto nero e nei pressi di Lac inizia a piovere...non molto, ma quel tanto che basta per sollevare un bel pò di fango sulle nostre borse e bici. Lac purtroppo non ci è piaciuta per niente, è un grosso centro con molta confusione, è molto operativo nel senso che ce il mercato con un mucchio di gente che compera ma soprattutto cose agricole legato ai lavori nei campi.
Superiamo Lac e fuori dalla città giriamo a destra in una stradina che porta nell' agriturismo dove abbiamo prenotato per questa sera: Lautha e Vjeter Agroturizem una specie di castello dei paesi nordici.
Ci accoglie la proprietaria che ci affida subito a suo figlio che parla bene inglese, è piuttosto simpatico ed è contento di avere degli ospiti in bicicletta. Ci cambia subito la camera per darcene una molto molto grande e gliene siamo grati. Purtroppo nei dintorni non ce nulla se non la campagna ricca di uliveti e filari di uva. La sera ceniamo in agroturismo. Alla fine ci porta a visitare le cantine e con molto orgoglio ci descrive i vini che producono ma soprattutto la loro rakia che al contrario di quella tradizionale che è bianca tipo la grappa , loro la fanno invecchiare in botti di legno e dunque risulta dorata per effetto del legno..ed è anche molto buona.
23 aprile 2025 ore 8.00
Stage#20 Lac - Golem km 68 dsl 181m
Ieri sera mangiato bene e bevuto anche dell' ottimo vino rosso casereccio. La notte è passata veloce e silenziosa. Al mattino scendiamo a fare colazione, la signora ed una aiutante sono già al lavoro per preparare la colazione salata e dolce con delle meravigliose frittelle da mangiare con la marmellata o il formaggio con le olive. A malincuore, ma nemmeno tanto compriamo una bottiglia di rakia come promesso al figlio ieri sera. A malincuore perchè me la devo portare nelle borse ancora per un bel pò, neanche tanto perchè è veramente buona!
La strada per Golem inizialmente è abbastanza tranquilla almeno fino a Thumane. La cosa che mi piace molto dell' Albania è che si possono ancora vedere contadini che si spostano con un carretto tranainato da un bue o da un cavallo come in questo caso
Arrivati a Thumane ci rimettiamo sulla E762, è veramente una strada da paura. Ci sono migliaia di camion che ti suonano, ti superano sfiorandoti a pochi centimetri a velocità folle, un camionista appena mi ha superato ha messo la mano fuori dal finestrino e con le dita ha fatto segno di spostarmi più in là, come se stessi in mezzo alla strada, la strada...i bordi della strada sono deformati dall' usura e sono fatti di un bordo di vecchio catrame che se rimani dentro con una ruota e fuori con l' altra cadi di sicuro. Superata Fushe-Gruje la maggior parte tira dritto per Tirana, noi per fortuna svoltiamo a destra per Durazzo e passando sotto ad un cavalcavia dell' autostrada Durazzo-Tirana a Vore giriamo a destra e imbocchiamo una strada dove ci sono decine e decine di carrozzieri per auto uno dietro all' altro fino a Durazzo. Oggi giornata frenetica e trafficata.
Arrivati a Durazzo non riusciamo a capire come andare verso Golem. Sembra che l ' unico modo dia quello di prendere una passarella a piedi e così arrivati sul mare entriamo direttamente nella passeggiata del lungomare.
Per oggi di traffico ne abbiamo avuto abbastanza e pedaliamo sulla bellissima passeggiata sul mare verso Golem.
Andiamo a fare due passi prima di cena, praticamente Golem è la spiaggia di Durazzo , piena di hotel e ristoranti di ogni genere.
C'è del fermento si capisce che la stagione estiva sta per iniziare, sono tutti al lavoro per ripristinare i locali sul mare, anche i prezzi ovviamente non sono più come nell' interno. Per cena mangiamo in un ristorantino che avevamo adocchiato prima, mentre pedalavamo sulla passeggiata. Ristorante Arberia e ci godiamo il tramonto dalla terrazza.
Siamo stati bene ieri sera, mangiato bene e dormito anche meglio. Ora, dopo una abbondante colazione partiamo alla volta di Fier. Tappa lunga ma senza particolari dislivelli. Attenzione però al vento che questa mattina soffia già dalle ore 7.
La prima parte del percorso per fortuna è su una strada asfaltata parallela sulla destra, alla trafficata strada principale. Tra le altre cose a maggio su questo percorso passerà il Giro d' Italia ciclistico. La soluzione di avere una strada con molto meno traffico affiancata alla direttrice è molto buona peccato per l' afalto molto grezzo che fa tremare tutta la bici. Passiamo dentro al paese di Kavaja e ritorniamo sulla strada principale questa volta alla sinistra della stessa e poi con un cavalcavia ancora destra fino ad una grande rotonda. In teoria dovremmo andare dritti ma un cartello che indica autostrada ci ferma.

Prima di Babunje troviamo un piccolo market dove comperare qualcosa da mangiare, in verità sta chiudendo ma la signora riapre per farci entrare. Un simpatico ragazzo con un camioncino della Algida ci fa da traduttore italiano-albanese e, una volta fatta la spesa ci sediamo nei tavolini all' esterno all' ombra, per mangiare in compagnia di un ragazzo local che nel frattempo è arrivato. Sono tutti molto curiosi di parlare con noi , da dove arriviamo, dove andiamo, vi piace, ecc ecc tutte domande sul viaggio.
Ormai sono quasi le ore 2.00 pm, ci siamo riposati, abbiamo mangiato e dunque si riparte.
Ora la strada sale anche un pò, niente di chè ed in breve arriviamo a Fier o Fieri.
Abbiamo prenotato presso l hotel Gleli nei pressi della stazione ferroviaria secondo me abbandonata.
E' un hotel presumibilmente per gente locale. Il presonaggio che ci riceve è un uomo sui 60 anni al quale sembra dargli fastidio anche il tuo respiro. I casi sono 2 o è un covo di malviventi o è una pesona che non sa di gestire un albergo. Certo è un piccolo albergo con un arredamento fermo agli anni 50 credo, ma di per se ordinato e pulito e forse per 20 euro è anche troppo pulito. Il problema è lui che sembra avere una paresi facciale che dice: "cosa sei venuto a fare qui?"
Poi improvvisamente appare un ragazzo giovane che è molto più spigliato e affabile.
La stanza è pulita, forse il bagno sarebbe da rifare ma il rapporto qualità prezzo è davvero ottimo.
Anche la cena presso il "Restorant peshkatari" specialitet peshku non è stata per niente male, il titolare un ragazzo giovane che parlava italiano per aver lavorato in Italia dice che ha dovuto venir via dall' Italia perchè aveva in ditta con 11 dipendenti ma le tasse erano davvero troppe e non poteva andare avanti. Il ristorante dice che ha due pescherecci che pescano a largo della costa e il pesce effettivamente era molto buono.
25 aprile 2025 ore 8.00
Stage#22 Fier - Iliras km 62 dsl 733m
Dopo una veloce colazione in un bar del centro partiamo. Dopo una prima parte pianeggiante si iniza a salire su per una bella collina, strada asfaltata e pochi passaggi di auto e camion, salita tranquilla anche se in certi tratti l' 8% ci sta tutto. Dall' alto si vede anche una grossa centrale elettrica ora dismessa o almeno così pare.
Si continano a vedere spapagliati i famosi bunker albanesi. Furono costruiti negli anni 60 durante il governo comunista Enver Hoxha che avendo paura di una invasione da parte di qualche esercito straniero invece di affidarsi ad un proprio esercito nazione preferi costruire centinaia di migliaia di bunker (pare siano circa 750 mila) affinchè ogni cittadino in caso di invasione avrebbe potuto rifugiarsi nel proprio bunker. Per fortuna non sono mai stati usati perchè mai nessun esercito cercò di invadere l' Albania dopo gli anni 60 ma comunque questa cosa portò all' esaurimento delle risorse albanesi.
Con il passare degli anni però qualcuno iniziò a sfruttarli come risorse, ad esempio il bunker di Scutari è stato ristrutturato e ne hanno ricavato un atelier di tatoo, altri hanno fatto bar, ristoranti e qualcuno ha trasformato dei bed and breakfast in "Bed and Bunker". Abbiamo provato a entrare in uno di questi ma era impossibile un pò per le sterpaglie un pò per l' immondizia.
E' stato un bel percorso collinare ed ora la discesa ci porta priprio sulle rive della Vjosa un fiume a dir poco meraviglioso. Ci fermiamo a bere una birra nell' area di sosta del Dj Aragosta. E chi è questo Dj Aragosta?? Non lo so ma è un ragazzo giovane, simpatico che tiene pulitissima l' area e che oltre a gestire questo piccolo bar, mette su musica e duplica cd musicali per i clienti che si fermano.
Per un paio di giorni questo nome, il Vjosa mi suonava nella testa e non capivo, mi diceva qualcosa che non riuscivo a capire. Poi mi è venuto in mente mio padre, che in queste zone ha fatto la seconda guerra mondiale come alpino, che mi raccontava episodi da lui vissuti sulla Voiussa. Ecco cosa mi passava per la testa, il Vjosa è la mitica Voiussa., il fiume selvaggio! Il panorama è veramente bello il fiume senza argini scorre impetuoso tra le dune di sabbia bianca e altrettanto i sui affluenti che arrivano dalle piccole valli laterali.
Ora la strada inizia a salire come il mio Garmin mi suggerisce
dai 40 m sul livello del mare ai 416 di questo colletto in una decina di km



Ma ormai il più è fatto e dopo la discesa arriviamo a Iliras.
Ad Iliras non ce niente di niente, abbiamo prenotato presso Vjosa Guest House, manco a dirlo. Una villetta tra le poche case. Vassili e Vassilissa ci aspettano. Dormiamo da loro così apprezziamo l' ospitalità albanese che devo dire è sta molto bella. Vassili ha la mia età, è in pensione e coltiva l' orto..chiamiamolo orto un appezzamento di mille metri quadri in riva al Vjosa! E' un tipo molto gioioso e parla in terza persona, Vassili adesso vi porta da bere! Vassilissa ci fa vedere la nostra camera molto pulita e in ordine. Non palano molto bene inglese e dunque Vassilissa chiama al telefono il figlio che ci da il benvenuto e vuole conoscere i nostri orari in modo che Vassilissa possa preparare la cena e la colazione domani mattina. Uscire per fare un giro è praticamente inutile, Vassili ci tiene a farci vedere la costruzione di paglia che ha fatto nel giardino e mi fa indossare l abito
Un pò di riposo fino all' ora di cena e poi Vassili ci viene a chiamare. Hanno preparato la tavola in una saletta esterna alla casa molto accogliente, Vasilissa ha cucinato tante cose buone con le verdure dell' orto
e Vassili ci apre una bottiglia di vino rosso....un Montepulciano. Ma come, con tutta la vigna che ha apre un vino italiano? Lui non produce vino perchè qui l' uva è molto acida e non va bene per il vino, infatti è ottima per la Rakia! Vassili ne porduuce almeno 5000 litri. Finita l' ottima cena ideale per festeggiare il 25 aprile, ci mettono su musica albanese a tutto volume per fare festa, per farci ballare ma le nostre gambe purtroppo hanno bisogno di riposo e dopo alcuni bicchierini di ottima rakia bianca andiamo a dormire.
Al momento piove e tira un bel vento, Vissilissa ci ha preparato una colazione tipo pranzo, ma a noi va molto bene, oggi la strada sale e non poco. Vassili ci rassicura che la salita è breve e poi dopo la galleria è tutta discesa. Salutiamo e facciamo la foto foto di rito nel cortile della loro bella casetta
Sono simpatici, anche se non parlano inglese, con il loro modo naturale di esprimersi ci si capiva molto bene. Un caro saluto
Ha smesso di piovere ma il vento tira sempre in direzione contraria
Il cielo non promette niente di buono , infatti dopo alcuni km inizia a piovere. Ci fermiamo in uno di quei banchetti dove di solito vendono la frutta che è coperto, ce da sedersi e aspettiamo che smetta. Sono nuvole che si spostano velocemente, il forte vento le sposta e ripartiamo. Ha smesso ma il vento soffia forte. Rischiamo di non riuscire ad andare avanti perchè nonostante spingiamo sui pedali non riusciamo ad avanzare, decidiamo di sopportare fino a quando dobbiamo girare a sinistra per un altra valle più stretta nei pressi di Topelene dove ci fermiamo a fare una pausa ed a comperare qualcosa da mangiare per pranzo.
Un minimarket sulla piazzetta del paese fa al caso nostro; è gestito da un albanese che parla benissimo l' italiano e fuma tranquillamente all' interno del suo locale. Non siamo più abituati a vedere fumare dentro ad un negozio e devo dire meno male.
Ora la salita si fa più dura, il vento man mano che aumentiamo la quota aumenta sempre di più, qualche pezzo dobbiamo farlo a piedi per forza per via del vento contrario. La cosa curiosa è che arrivati alla galleria il mio navigatore mi segnala ancora 253 metri di dislivello positivo, invece siamo arrivati alla galleria che di solito vuol dire che la salita è finita. Per arrivare a Saranda c'è la possibilità di fare anche un altra strada, quella costiera che perà ha una galleria molto più lunga e soprattutto per arrivarci la strada è molto più ripida anche se è decisamente più panoramica.
In ogni caso, siccome ne abbiamo già fatte altre di gallerie e vi assicuro che fa veramente paura, decidiamo di pedalare sul marciapiedi, che marciapiedi non è insomma è un cordolo rialzato che però è troppo stretto per le bici conle borse e il fatto di poter cadere dallo scalino di circa 20 cm mette un pò di preoccupazione e così scendiamo e pedaliamo sulla strada.
Finita la galleria inizia anche la discesa. Probabilmente questa galleria è talmente nuova che il navigatore non la vedeva, infatti segna anche che i km all' arrivo sono 143 invece dei probabili 40.
Poco importa, iniziamo la veloce discesa sulla quale in senso contrario troviamo altri due ciclisti che stanno risalendo. In breve arriviamo alle porte di Saranda. Per arrivare a Saranda bisogn ancora affrontare l' ultima salita di giornata, niente di grave ma comunque 2 0 3 km di salita da fare ci sono ancora.
Superato il colletto si arriva in discesa fono nel centro della cittadina. Per motivi famigliari oggi si festeggia un anniversario e dunque ci trattiamo molto bene. Abbiamo prenotato presso Nili Deluxe una struttura con spiaggia periferica di Saranda ma dove il mare è decisamente trasparente. La stanza è davvero bella con pareti di vetro che danno sul mare con vista sull' isola di Corfù.
Abbiamo previsto una sosta di un giorno in più. Tanto ormai altri 70 km e siamo ad Igoumenitza.
A cena andiamo a mangiare presso il ristorante Markata Don Peshk un ristorante con annesso una pescheria da qui il nome, ed in effetti ...molto buono!!
27 aprile 2025 ore 9.00
Giornata di completo relax. Sveglia alle 9 colazione in riva al mare e poi spiaggia. L' acqua del mare è ancora gelida, ma io non riesco a non entrare in acqua con l' isola di Corfù di fronte e l' acqua turchese del mare e quindi mi tuffo e faccio il primo bagno della stagione.
Nel pomeriggio facciamo un lungo giro a piedi per le vie di Saranda alla ricerca anche di un posto per lacena di questa sera. Andiamo alla taverna Erjoni proprio a fianco del ristorante di ieri sera. Un locale più tradizionale ma abbiamo mangiato altrettanto bene.
Dopo la colazione lasciamo il Nili Deluxe per andare verso Igoumenitza. A me pare che Saranda possa essere immaginata la loro Monte Carlo nazionale , bei palazzi, bei negozi tahti hotel e ristoranti ed una bellissima passeggiata lungo mare che percorriamo con le nostre bici.

Ora si scende dal promontorio per arrivare nella zona d' imbarco proprio vicino al parco nazionale archeologico di Butrintit. Qui una chiatta molto rustica alla condivisibile cifra di euro 2 a persona ci fa attraversare lo stretto canale di mare per arrivare ai resti di un bellissimo castello veneziano triangolare.
Arrivati dall' altra parte il traffico è inesistente e possiamo tranquillamente pedalare lungo un bel rettilineo al fondo del quale bisogna girare a destra per prendere uno sterrato in mezzo ad una distesa a perdita d' occhio di piante di mandarini e agrumi (penso siano almeno 10 km), una cosa vramente spettacolare! In realtà questa deviazione era stata prevista per evitare il traffico della strada asfaltata che in realtà poi era inesistente
Davanti e dietro di noi
Ormai siamo vicini al confine dell' Albania con la Grecia, ce ancora il tempo di sbagliare strada facendo una inutile salita in mezzo alle mucche e poi con nemmeno 10 km arriviamo alla fine dell' Albania
Una bella soddisfazione per noi!😂😓😍
Avevamo preparato un percorso sterrato che dalla rotonda in uscita dalla dogana greca ci portava direttamente giù a Igoumenitza, ma visto il traffico veramente nullo decidiamo di fare il giro un pò più lungo di circa 3 km ma asfaltato.
Eccoci arrivati ! Che meraviglia! Questa sera dormiamo presso uno studios "Thirsty Dog Urban Port Studios una stanza vicino alporto turistico. Facciamo una bella passeggiata serale per sciogliere un pò le gambe e per cercare un posticino dove mangiare.
Non lontano dalla nostra camera c'è il ristorante Paradosiako che, per i nostri gusti è meraviglioso, non ci sono turisti, ci sono solo local e si mangia semplicemente greco, come piace a noi!
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